Commento alle letture di domenica 13 OTTOBRE 2019 โ€“ Carlo Miglietta

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Il commento alle letture di domenica 13 OTTOBRE 2019 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โ€œBuona Bibbia a tuttiโ€œ.

I POVERI CI EVANGELIZZANO

Non solo invito alla riconoscenza

โ€‹La parabola della guarigione miracolosa dei dieci lebbrosi (Lc 17,11-19), in cui uno solo torna a ringraziare Gesรน, รจ sempre stata letta come come un invito ad essere riconoscenti al Signore. Dio ci colma continuamente di tanti benefici, ma spesso la nostra preghiera รจ rivolta soloโ€ฆ a chiedergli ulteriori favori e non a โ€œrender gloria a Dioโ€ (Lc 17,18), come Gesรน sottolinea.

โ€‹Ma in questo racconto il tema non รจ tanto quello della gratitudine: Gesรน evidenzia che รจ un Samaritano, e non gli altri nove ebrei, che si manifesta come uomo di Fede. Cโ€™รจ qui sicuramente lโ€™annuncio di una salvezza che ormai non รจ piรน preroragativa solo del popolo ebraico, ma che รจ estesa a tutte le genti. Ma soprattutto si rimarca che gli esclusi, gli scomunicati, i cosiddetti โ€œlontaniโ€ sono piรน vicini al cuore di Dio, sono spesso piรน destinati al Regno di quanti si ritengono giusti. Eโ€™ ancora una volta cioรจ proclamato che โ€i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dioโ€ (Mt 21,31).

I samaritani, esclusi dal Popolo di Dio

Nella Bibbia sta scritto che non si doveva avere rapporti con i samaritani, considerati fuori della comunione di Israele perchรฉ razzialmente ibridi e con un culto spesso sincretista, che univa lโ€™adorazione al Dio di Israele con quella ad altre divinitร  (2 Re 17,3-41). Al ritorno dallโ€™esilio, quando i samaritani si offrono di collaborare per ricostruire il tempio di Gerusalemme, gli Israeliti sdegnati rispondono: โ€œNon cโ€™รจ nulla tra voi e noi perchรฉ edifichiate una casa per il nostro Dio; noi soli dobbiamo edificarla per il Signore Dio dโ€™Israeleโ€ (Esd 4,3). E il Siracide afferma: โ€œContro due popoli sono irritato, il terzo non รจ neppure un popolo: quanti abitano sul monte Seir e i Filistei e lo stolto popolo che abita in Sichem (ndr: i samaritani)โ€ (Sir 50,25-26). โ€œTra samaritani e giudei vi รจ unโ€™inimicizia ancestrale: lโ€™odio รจ radicato e risale almeno al dopo esilio, al tempo di Neemรฌa (sec. IV a.C.) quando ai samaritani รจ proibito di offrire sacrifici al tempio e ai giudei di sposare una samaritana. Se un giudeo offende un altro giudeo chiamandolo <<samaritano>>, commette un delitto punito con i <<quaranta colpi meno uno>>, cioรจ con trentanove frustateโ€ (P. Farinella).

Gesรน evangelizza anche i Samaritani

Ma Gesรน contraddice la Tradizione e va dai Samaritani per evangelizzarli. Si reca infattianche in Samaria a proclamare il Regno di Dio, anche se รจ respinto dai samaritani perchรฉ sta andando a Gerusalemme, mentre essi adorano Dio sul monte Garizim (Lc 9,52-55). E unโ€™altra volta si ferma a parlare con una donna samaritana per annunciare a lei, al pozzo di Giacobbe, il Regno di Dio (Gv 4,1-43).

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Il samaritano modello del credente

โ€‹Anzi, addirittura Gesรน spesso presenta i Samaritani come modello del credente: nella parabola su chi sia il nostro prossimo, mentre il sacerdote e il levita, forse proprio per non contrarre impuritร  legale, non si fermano a soccorrere il malcapitato assalito dai briganti, รจ solo un samaritano che รจ posto come modello di amore (Lc 10,30-37). โ€œDicendo che un giudeo รจ stato soccorso da un samaritano, Gesรน offende tutti i giudei presenti ed รจ passibile di condanna. Non solo il suo paragone รจ scandaloso, ma egli attribuisce al samaritano le qualitร  che la religione riconosce solo a Dio: <<Un samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto vide e ne ebbe compassione>> (Lc 10,33). In italiano lโ€™espressione รจ innocua, in bocca a Gesรน รจ un insulto per gli orecchi pudichi di chi ascolta borghesemente. In greco Luca usa il verbo <<esplanchnรฌsthe>> che richiama lโ€™ebraico <<rรจchem>>, <<lโ€™utero materno>>. Questo verbo nella Bibbia indica solo la misericordia di Dio e quella che prova Gesรน (Mt 9,36; 14,14)โ€ (P. Farinella). Forse la parabola del buon samaritano รจ un โ€œmidrashโ€, una riflessione sapienziale, su un brano del libro delle Cronache(2 Cr 28,25) dove alcuni samaritani, stranamente, facevano una bellissima figura, perchรฉ usavano pietร  verso i prigionieri Giudei, proprio come il samaritano della parabola lucana verso lโ€™uomo assalito dai briganti: โ€œAlcuni uomini, designati per nome, si misero a rifocillare i prigionieri; quanti erano nudi li rivestirono e li calzarono con capi di vestiario presi dal bottino; diedero loro da mangiare e da bere, li medicarono con unzioni; quindi, trasportando su asini gli inabili a marciare, li condussero in Gerico, cittร  delle palme, presso i loro fratelli. Poi tornarono in Samariaโ€ (2 Cron 28,15).

Cosรฌ qui, nella guarigione dei dieci lebbrosi Gesรน sottolinea come solo un samaritano sia tornato a ringraziare. โ€œNove dei guariti sono credenti e uno pagano, secondo la logica ebraica. I nove credenti ricevono la guarigione come un atto dovuto e continuano per la loro strada. Solo il pagano, un samaritano, una volta guarito, <<sente>> che deve tornare indietro a ringraziare. I nove osservavano la Legge, la morale e la liturgia con tutte le prescrizioni del caso, ma sono prigionieri della loro stessa religiositร  che impedisce loro di vedere il volto di Dio. Non sanno esprimere sentimenti, sanno dire parole, giaculatorie, rosari, sanno fare processioni, ma non sanno cosa sia lโ€™amore. Sono i farisei di tutti i tempi che pensano a Dio come ad una <<persona dabbene>> e che pertanto non puรฒ non pensare che come loro. Essi sono i guardiani della religione del dovere. Il pagano, invece, estraneo alla religione dโ€™Israele e ignaro di riti e convenzioni, sa cogliere ciรฒ che รจ accaduto: ha colto lโ€™avvenimento e lo esprime con un atto di fede pura: tornare per ringraziare [โ€ฆ]. I nove credenti appartengono alla religione del mercato: <<Tu dai una cosa a me ed io do una cosa a te>>, il pagano appartiene alla vita che sa cogliere la fede: <<Vaโ€™, la tua fede ti ha salvato!>> (Lc 17,19)โ€ (P. Farinella).

Alla  scuola dei poveri

Spesso sono i poveri, gli ultimi, i lontani da una religione tradizionale e, come dice Papa Francesco, dai cristiani โ€œda pasticceriaโ€, che sanno cogliere la novitร  e la freschezza del Vangelo. Non dimentichiamo mai questo mistero: sono i poveri i maestri per entrare in quella beatitudine che รจ โ€œloroโ€: โ€œBeati voi poveri, perchรฉ vostro รจ il Regno di Dioโ€ (Lc 6,20). โ€œLa storia dei poveri sembra rovesciarsiโ€ฆ  I senza voce parlano e mettono in discussione la maniera di essere cristiani, di essere sacerdoti o vescoviโ€ฆ I poveri diventano evangelizzatoriโ€ฆ <<Essi sono i soli a poter dire una parola di fede senza la quale il messaggio resterร  troppo incompleto>> (E. Grangier)โ€ฆ <<Eโ€™ ai piccoli, a coloro che non possono parlare o che non li si lascia parlare, che รจ data la parola da Dio, perchรฉ essi annuncino il suo regno. La follia della croce รจ morte per lโ€™intelligenza dei saggi, di coloro che non capiscono la parola. Una riflessione sulla fede che non passi attraverso questa follia, questa morte, e anche per la rivelazione ai poveri, sbaglia strada>> (G. Gutierrez). E la chiesa dei poveri, la parte piรน martire dellโ€™unica chiesa, diviene evangelizzatrice e missionaria. <<Perchรฉ la povertร  รจ come una grande luce in fondo al cuore>> (R.M. Rilke)โ€ (A. Persic).

โ€‹Scriveva monsignor Bello, citando la lettera pastorale di un Vescovo della Patagonia, monsignor Hesayne: โ€œ<<Desde los pobres a todos>>, cioรจ: dai poveri a tutti!โ€ฆ Eโ€™ un atto di fede nellโ€™imprevedibilitร  del nostro Dio che, per annunciare e realizzare le sue meraviglie, non utilizza necessariamente truppe scelte, sfornate dallโ€™accademia, ma si serve degli straccioni, dei diseredati, della gente che non conta e che viene disprezzata. Proprio questa gente, questa accozzaglia di ultimi, ha il compito e il privilegio di annunciare ai primi che la salvezza รจ vicinaโ€ (A. Bello). Solo alla scuola dei poveri si puรฒ imparare la sequela di Colui che รจ diventato il Povero per eccellenza (2 Cor 8,9).

โ€‹E oggi piรน che mai, al nostro Occidente opulento e triste, supertecnologico e privo spesso di sapienza, i poveri hanno tante cose da insegnare, tanti valori che abbiamo perduti. Lโ€™Africa ci insegna lโ€™amore per la natura, la vita, gli antenati, il senso della festa. Lโ€™Asia e lโ€™Oceania la ricerca dellโ€™assoluto di Dio, della pace interiore, dellโ€™armonia, la gratuitร . Lโ€™America Latina lโ€™attenzione agli ultimi, la lotta per la giustizia, il senso della vita comunitaria e della condivisione. E tanti poveri anche nei Paesi ricchi sono per noi maestri di semplicitร , di essenzialitร , di saper godere delle piccole cose, di solidarietร  reciproca.

โ€‹โ€œEโ€™ stando con i poveri e lasciandoci convertire da loro che si puรฒ sentire, nel frastuono del consumismo, dellโ€™arrivismo, della competizione, la voce di Dio che parla nella voce e nella carne degli scartati dalla nostra economia. Dio sta dove nessuno penserebbe di trovarlo: nella passione dei poveri; e in loro e con loro vuole costruire il suo Regnoโ€ (A. Agnelli). Eโ€™ questo il senso del Sinodo speciale sullโ€™Amazzonia che si tiene a Roma in questi giorni!

Gesuโ€™ il fuorilegge

โ€‹Gesรน stesso fu accusato di essere un samaritano, un eretico: โ€œGli risposero i Giudei: <<Non diciamo con ragione noi che sei un samaritano e hai un demonio?>>โ€ (Gv 8,48).

โ€‹Non sembri blasfema lโ€™affermazione che Gesรน si presentรฒ spesso come un โ€œfuorileggeโ€. Gesรน piรน volte va contro la Legge vigente, e il suo messaggio spesso รจ eversivo e non certo โ€œpoliticamente correttoโ€. Eโ€™ vero: complessivamente, specie nel Vangelo di Matteo, scritto per gli ebrei, per i quali lโ€™osservanza della Legge era tutto, Gesรน non dice mai di essere venuto ad abrogare la Legge, ma solo a darle compimento (Mt 5,17-19). Ma fu soprattutto la sua prassi che si discostรฒ spesso dai dettami della Torah, suscitando lโ€™indignazione dei suoi contemporanei, che lo misero a morte proprio perchรฉ lo consideravano โ€œun malfattoreโ€ (Gv 18,30), e vollero che fosse crocifisso fuori della cittร , come gli scomunicati dalla societร  ebraica (Eb 3,11). Il Talmud lo definรฌ: โ€œun seduttore e un corruttore di Israeleโ€. โ€‹Gesรน era ben consapevole della sua rottura con il mondo religioso che lo circondava, al punto che esclamรฒ: โ€œBeato รจ colui che non trova in me motivo di scandalo!โ€ (Lc 7,23).

โ€‹Lasciamoci emozionare da un Dio che rompe i nostri schemi, che โ€œdisperde i superbi nei pensieri del loro cuore, rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuoteโ€ (Lc 1,51-53), da un Dio per cui โ€œgli ultimi saranno i primi, e i primi ultimiโ€ (Mt 20,16).

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