Il commento alle letture di domenica 12 febbraio 2017 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
Il compimento della legge
Il vangelo che la liturgia oggi ci presenta (Mt 5, 17-37) si colloca nel quadro della predicazione di Gesรน sul lago di Galilea, iniziata con la proclamazione delle beatitudini e che ci accompagnerร anche nelle prossime domeniche.
Quella sorta di ยซcapovolgimentoยป incontrato nelle beatitudini che puรฒ averci sorpreso per il suo contrasto con lโesperienza umana (dove, per inciso, non pare esserci nulla di beatificante di quanto affermato), ma che diventa comprensibile nellโottica della centralitร della relazione con Dio nella vita dellโuomo, prosegue anche nel brano di oggi. Ad una prima lettura potrebbe sembrare la semplice riaffermazione di alcuni dettami della legge ebraica, magari depurati da comportamenti non consoni o eccessivamente lassisti.
Potrebbe essere una scelta di Matteo, che scrive a cristianiย di provenienza giudaica, di non presentare il Cristo come un distruttore dellโimpianto religioso e legislativo ebraico. ร vero, perรฒ, che non si tratta neppure di un semplice restauratore, neppure nel senso piรน nobile del termine. Tutti i tentativi di classificare Gesรน nella griglia delle correnti teologiche del suo tempo come progressista, moderato o reazionario non hanno alcun seguito: il dibattito sul ripudio (cf. Mt 19,3) o sulla tassa a Cesare (cf. Mt 22,21) ne sono un esempio. Cristo รจ colui che non abolisce la legge, nรฉ la riafferma, ma la compie. Compiendola, in qualche modo, si passa ad un livello diverso, si entra in un quadro di riferimento del tutto nuovo, come giร sottolineato nelle Beatitudini, che permette di interpretare certi fatti, avvenimenti, esperienze di vita con unโottica diversa. Si tratta di entrare in unโaltra giustizia, non semplicemente in una giustizia piรน attenta o minuziosa. Da questo punto di vista, nonostante la cattiva fama probabilmente in gran parte immeritata, i farisei erano imbattibili. La legge, ogni legge, svolge una funzione, per cosรฌ dire, classificatoria, delimita spazi e ambiti, possibilitร e divieti. Di certo รจ una esigenza per la vita comune, una protezione dallโarbitrio del singolo sul gruppo e viceversa. La conseguenza รจ che questo aspetto di protezione, di ยซfreno di emergenzaยป puรฒ frenare anche lโapproccio globale alla vita, sminuzzandosi in precetti, cavilli che possono svuotare il senso stesso della legge, che puรฒ essere percepita come un armamentario pressochรฉ inutile, appannaggio dei professionisti (come giร avvenuto per la politica), e con il rischio sempre piรน alto di ritorno a una giustizia privata, istintiva e fai-da-te, come tragicamente emerso anche in questi giorni.
Se Gesรน compie le scritture, se egli รจ il compimento dellโintera creazione che assume in sรฉ come Capo del corpo (cf. Ef 1,23) una realtร nuova รจ nata.ย Dal seme nasce il frutto pieno nella spiga: (cf. Mc 4,2) รจ sbocciato qualcosa di nuovo. Ecco che anche Matteo, nel suo discorso sulla legge, ne sottolinea il riferimento a Cristo:ย ยซma io vi dico…ยป. Egli non sostituisce un articolo ad un altro, ma ne fa sbocciare il senso vitale per lโuomo. Non cโรจ da fare o non fare quella o quellโaltra cosa, cโรจ da essere in un certo modo: portare alla luce le ragioni del cuore nel rapporto con i fratelli, liberarsi dalla tirannia del desiderio, vivere una liturgia che non sia un vuoto rito, una veracitร che non ha bisogno dei puntelli del giuramento, una ยซleggeยป che ha la sua ragion dโessere nella promozione della vita e della fantasia che lo Spirito dischiude al cuore dellโuomo.
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Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 12 Febbraio 2017 anche qui.
VI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: verde
- Sir 15, 16-21; Sal. 118; 1Cor 2, 6-10; Mt 5, 17-37
Mt 5, 17-37
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซNon crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In veritร io vi dico: finchรฉ non siano passati il cielo e la terra, non passerร un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirร uno solo di questi minimi precetti e insegnerร agli altri a fare altrettanto, sarร considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverร e li insegnerร , sarร considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererร quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrร ucciso dovrร essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrร essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrร essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarร destinato al fuoco della Geรจnna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lรฌ ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lรฌ il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perchรฉ l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In veritร io ti dico: non uscirai di lร finchรฉ non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha giร commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti รจ motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geรจnna. E se la tua mano destra ti รจ motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geรจnna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, nรฉ per il cielo, perchรฉ รจ il trono di Dio, nรฉ per la terra, perchรฉ รจ lo sgabello dei suoi piedi, nรฉ per Gerusalemme, perchรฉ รจ la cittร del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perchรฉ non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sรฌ, sรฌ”, “no, no”; il di piรน viene dal Malignoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 12 – 18 Febbraio 2017
- Tempo Ordinario VI, Colore verde
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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