Il commento alle letture di domenica 10 Marzo 2019 a cura dei Missionari della Via.
Meditiamo la Parola
In questa prima domenica di Quaresima, in preparazione alla Pasqua, ci viene presentato il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto. Il deserto nella Bibbia rappresenta luogo e tempo di prova, di rafforzamento, ma anche di innamoramento. Tutti quanti abbiamo bisogno di passare per delle prove per testare chi siamo noi, chi sono gli altri per noi, e chi è Dio per noi, cioè che posto ha nella nostra vita e che idea abbiamo di lui. In fondo, come diceva s. Agostino: “Nessuno può conoscere sé stesso se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere”.
Il brano di oggi presenta in nuce le prove di ogni uomo e donna: la tentazione degli appetiti da saziare, del benessere ad ogni costo; del denaro, del potere; del rapporto falsato con Dio. Di fronte a Gesù, e dunque anche a noi, c’è una scelta da fare e il demonio è lì, pronto ad offrire una strada alternativa, una scorciatoia che non richiede nessuna obbedienza alla verità. È interessante notare come il diavolo entri in azione alla fine dei 40 giorni di digiuno di Gesù quando questi ha fame, come a dire: il diavolo ci tenta sempre, ma in particolar modo quando siamo deboli, quando abbiamo delle necessità da soddisfare.
Furbo il demonio: aspetta, guarda e, quando siamo particolarmente deboli e vulnerabili, ci attacca! Infatti la prima tentazione, dato che Gesù ha fame, è sul saziare questa fame: “se tu sei figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane”. Cosa vuol dire in profondità? Sazia i tuoi appetiti, mangia quello che non è mangiabile, fa’ che tutto diventi cibo: tutto ti deve appagare. Ma questo è un meccanismo autodistruttivo, l’uomo perde il contatto con la realtà se obbedisce ad un impulso interiore che le pietre sono pane. Il demonio ci dice mangia tutto, appagati, saziati; s. Paolo dice che coloro che vivono così “hanno per Dio il loro ventre” (cfr Fil 3,19), con chiaro riferimento all’antico tentatore che striscia sul ventre, che non guarda alle cose del cielo, e che ci invita a disobbedire alla verità.
Dunque non posso mangiare tutto, ci sono dei confini, dei no che devo dire, accettando che nella vita Dio ha messo dei limiti e io sono libero se osservo questi limiti. Gesù dice che ha un altro cibo da mangiare: “mio cibo è compiere la volontà del Padre” (cfr Gv 4,31-34). Ci farà bene chiederci: quale è dunque il nostro cibo? Quali sono i nostri appetiti che ci rendono ciechi? Seconda tentazione: “Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio”. Il demonio sa bene una cosa: che lui è il principe di questo mondo; che chi si prostra a lui, può possedere e avere potere su questa terra. Ma poi?
È l’istante di questa vita terrena che il diavolo mostra, e dopo? Qui si tratta di fare una scelta: scegliere di servire questo mondo o il Signore. Prostrarsi al mondo e ai potenti per ottenere qualcosa, o prostrarsi solo a Dio? Riflettiamo: stiamo cercando il successo e il potere in questo mondo in maniera subdola e menzognera? Ci pensiamo che tutto ciò che il demonio ci propone è solo un istante e che poi abbiamo una eternità da vivere, secondo come noi l’abbiamo preparata qui sulla terra? Terza tentazione: “Il diavolo lo portò sul punto più alto del Tempio: se tu sei figlio, gettati giù, tanto i suoi angeli ti custodiscono!”.
Qui Gesù dovrebbe fare una cosa perché Dio Padre sia provocato a reagire: è una strategia atta a manifestare Dio. Come a dire: adesso prendo una curva con la macchina a 300 all’ora e Dio interviene e mi salva così si manifesta ancora meglio a me e anche agli altri. Accade così che Dio deve agire come io voglio, si deve manifestare secondo le mie proiezioni mentali, secondo i miei azzardi, pensando che solo così può dimostrarmi che mi ama e che non mi lascia mai solo, anche quando faccio fesserie, tanto lui non vuole mai il male. Quale sottile tentazione! Costringere Dio ad intervenire attraverso forzature che non vengono dal piano di Dio, ma da una nostra iniziativa. Il risultato? Che quando Dio non ci salva dai nostri azzardi, quando non esaudisce i nostri progetti, pensiamo che non ci voglia bene. Riflettiamo: quali sono i nostri azzardi? Se Dio non esaudisce un mio progetto, ci ho pensato che forse ne ha un altro migliore in serbo per me?
Preghiamo la Parola
Signore, tu che hai combattuto e vinto per me, insegnami a combattere sempre per ciò che veramente vale!
VERITA’: Vita interiore e sacramenti
Prima di “partire in quarta”, cerco di discernere se ciò che penso o sento viene da Dio oppure no?
CARITA’: Testimonianza di vita
Cerco di combattere la tentazione del mettermi al centro dell’attenzione? Di farmi servire, asservendo gli altri, anziché servirli?