Il commento alle letture di sabato 9 dicembre 2017 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
LA MESSE È ABBONDANTE
La messe è abbondante. È verità che conosciamo già dalla prima promessa fatta da Dio al serpente e poi successivamente confermata con giuramento ad Abramo. La messe abbondante è tutta la discendenza della donna, l’umanità. Sono tutti i popoli della terra, le sue nazioni e le sue tribù. Nessun uomo è escluso dal regno di Dio.
Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».(Gen 3,14-15).
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce» (Gen 22,15-18).
La Messe è abbondante perché annunziato da Gesù molte volte e in diversi modi: con la parabola del seminatore e con la missione conferita agli apostoli dopo la sua gloriosa risurrezione. Messe è il mondo intero. Ogni uomo va chiamato al regno.
«Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti» (Mt 13,3-9).
«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,18-20).
Se la messe è abbondante, non può il Signore provvedere Lui direttamente come finora ha fatto nella storia della salvezza. Lui viene, chiama, invia. Il problema è risolto. No. Questa via non è più percorribile. Cristo Gesù vuole che ognuno si senta responsabile della salvezza del mondo, non solamente per oggi, ma dal momento della sua nascita fino all’avvento della sua Parusia. Essendo il discepolo cuore di Cristo, deve pensare la redenzione come opera affidata interamente ad esso. Vedendo il mondo intero bisognoso di salvezza, non potendo lui a causa del suo limite di natura essere in ogni luogo, per parlare ad ogni uomo, deve chiedere al Signore che gli mandi altri operai. Deve essere però preghiera e richiesta convinta: “Signore, sono limitato. La missione che mi hai affidato è universale. Ti prego, ti imploro, rendimi universale, aggiungendo numerosi operai che si dedichino con il cuore al ministero di redenzione”.
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. Rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
La preghiera perché il padrone della messe mandi operai per la sua messe, deve essere la stessa di un contadino al quale viene consegnata una zappa perché lavori tutta la terra del mondo. Da solo mai ce la potrà fare. La terra però va lavorata da lui.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, sostenete la nostra preghiera.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 9, 35-10,1.6-8
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.