Il commento alle letture del 7 Giugno 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
QUAL È IL PRIMO DI TUTTI I COMANDAMENTI?
2 Tm 2,8-15; Sal 24; Mc 12,28b-34
Il dottore della Legge che chiede: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”, di sicuro non lo fa con intenzioni di mettere alla prova Gesù. Lo si deduce dalla risposta immediata del Signore e anche dalla conclusione del racconto: “Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio»”. Noi sappiamo che Gesù è pieno di Spirito Santo. Nello Spirito di Dio lui vede il cuore di ogni uomo. Al cuore lui sempre risponde. Se il cuore è puro, lui risponde con purezza. Se il cuore è malvagio, lui risponde con divina intelligenza e prudenza. Possiamo predicare di Cristo Gesù quanto è predicato del Padre nei Salmi.
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Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi. Con l’uomo buono tu sei buono, con l’uomo integro tu sei integro, con l’uomo puro tu sei puro e dal perverso non ti fai ingannare. Perché tu salvi il popolo dei poveri, ma abbassi gli occhi dei superbi. Signore, tu dai luce alla mia lampada; il mio Dio rischiara le mie tenebre (Sal 18 (17) 23-29). Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie. La mia parola non è ancora sulla lingua ed ecco, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile. Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano e la luce intorno a me sia notte», nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno; per te le tenebre sono come luce. Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, ricamato nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi; erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati quando ancora non ne esisteva uno. Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio! Se volessi contarli, sono più della sabbia. Mi risveglio e sono ancora con te (Sal 139 (138) 1-18).
Nella risposta di Gesù vengono mirabilmente messi insieme i due comandamenti dell’amore e resi un solo comandamento. L’amore verso Dio e l’amore verso l’uomo sono due comandamenti, ma una sola obbedienza. È Dio che stabilisce come va amato Dio e come va amato il prossimo. È Dio che ha donato le modalità per amare Dio e per amare il prossimo. Mai i due comandamenti vanno separati, perché sono una sola Legge e una sola obbedienza. Separare il comandamento per farne due, uno per osservarlo e l’altro per ignorarlo, è non osservarne alcuno. Una è la Legge e una è l’obbedienza, perché uno è il comando, una è la volontà di Dio, una la Parola.
Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Tutti i problemi della moderna società nascono dalla separazione dell’amore di Dio e del prossimo dalla Parola, dai Comandamenti, dalla Legge, dall’obbedienza alla volontà di Dio. Amare è obbedire. Obbedire è osservare. Osservare è dare compimento ad ogni Parola che è uscita dalla bocca di Dio. Ama chi ascolta Dio.
Vergine Fedele, Angeli, Santi, fate che il nostro amore sia purissima obbedienza a Dio.