Il commento alle letture del 6 Settembre 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
SIGNORE, ALLONTÀNATI DA ME
1 Cor 3,18-23; Sal 23; Lc 5,1-11
Nel tempio, Isaia contempla la gloria del Signore. La luce del suo Dio rivela la sua pochezza spirituale. Lui si vede un uomo dalle labbra impure che vive in un popolo dalle labbra impure. Il Signore lo purifica, lo monda dalla sua impurità e lui si offre per essere profeta in mezzo al popolo. Chi vede Dio sempre si vede peccatore.
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Io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo: «Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria». Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti». Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato». Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!» (Is 6,1-8).
Pietro non è nel tempio. È nel mare di Galilea. Pesca per una intera notte, ma senza prendere nulla. Sulla parola del Signore, torna al largo, getta le reti, prende una grande quantità di pesci. Pietro vive un’esperienza simile a quella di Isaia. Contempla la gloria di Cristo Gesù. Si vede peccatore. Gli chiede di allontanarsi. Gesù non lo purifica con i carboni ardenti. Lo chiama a seguirlo. La purificazione Lui la opererà su Pietro lentamente, giorno dopo giorno. Il tocco finale Pietro lo riceverà nel cortile del sommo sacerdote, quando sperimenta tutta la sua pochezza umana, il suo niente. Sono quelle sue lacrime amare i carboni ardenti che lo renderanno puro e lo costituiranno vero profeta nel Nuovo Popolo del Signore. Il colpo finale lo avrà quando sarà crocifisso per il suo Maestro. Sarà il suo sangue a lavarlo da ogni macchia della sua umanità.
Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
La vocazione, con Pietro, diviene un vero cammino di vera purificazione. Si inizia da peccatori e, seguendo il Maestro, ogni giorno Lui ci purifica nei pensieri, nel cuore, nella volontà, nei sentimenti, nel corpo. Se non seguiamo Lui, ma noi stessi o maestri secondo la carne, non solo non si compie per noi nessuna purificazione, passiamo da uno stato imperfetto ad uno stato ancora più imperfetto, che arriva fino all’abbandono della stessa missione e anche del ministero. La crisi oggi è tutta da trovare nella non sequela di Gesù Signore. Si seguono troppi maestri umani e si inseguono molti pensieri della terra. Così agendo, ci si forma ad immagine della terra e del mondo. Ci si sveste dell’immagine di Cristo Signore. Pietro mai si separò dal Maestro. Non imitò Giuda che si distacco da Lui e fu travolto dalla concupiscenza. Oggi tanti sono travolti dal peccato del mondo, perché hanno distolto gli occhi da Gesù Crocifisso.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci veri discepoli di Gesù per tutti i nostri giorni.