Il commento alle letture del 4 Ottobre 2018 a cura del sito Dehoniane.
S. Francesco dโAssisi, patrono dโItalia (festa)
XXVI settimana del tempo ordinario II settimana del salterio
Il giogo della grazia
Quali sono i tratti della nuova creatura di cui san Paolo parla scrivendo ai galati? Dallโascolto, tanto del testo paolino quanto del Vangelo di Matteo, che oggi la liturgia ci propone, riceviamo alcune preziosi indicazioni. Anzitutto si tratta di non porre piรน la propria fiducia nella circoncisione. Per chi non appartiene piรน al contesto giudaico non รจ facile comprendere bene e in profonditร la visione dellโapostolo. Sembra non riguardare piรน la nostra esperienza religiosa, invece siamo noi stessi fortemente interpellati. Per Paolo la circoncisione รจ unโยซopera della carneยป. Anzitutto perchรฉ, sul piano piรน immediato, si tratta di un segno impresso sulla carne, inciso cioรจ sulla corporeitร maschile. Ma soprattutto perchรฉ โ e questo riguarda tutti, uomini e donne, giudei e non giudei โ esprime lโautosufficienza della ยซcarneยป, vale a dire lโatteggiamento di unโumanitร che rimane chiusa in se stessa e nella pretesa di salvarsi da sรฉ, facendo affidamento alle proprie risorse, alle proprie opere. Paolo polemizza con la circoncisione e con le opere della Legge, realtร che non ci riguardano piรน; di fatto, perรฒ, possiamo tornare a cadere nella stessa insidiosa tentazione ogni volta che affidiamo il nostro cammino spirituale, la nostra santificazione, a pratiche, impegni, che oggettivamente possono essere buoni e consigliabili, ma che non lo sono piรน, nel momento in cui, attraverso di essi, torniamo a porre al centro di tutto il nostro essere la confidenza in noi stessi e nei nostri sforzi. La scelta radicale per Paolo, il vero discernimento che ogni cristiano deve vivere, si colloca a questo livello: tra il confidare in se stessi e il confidare in Dio; tra ciรฒ che noi pretendiamo di costruire in modo autonomo e ciรฒ che ci viene donato dalla grazia di Dio in Gesรน Cristo. Di qui passa la discriminante tra lโessere vecchia o nuova creatura. Per questo motivo, ai galati tentati di tornare a confidare nei segni e nelle pratiche di una religiositร autocentrata, Paolo augura di assaporare il dono che viene da Dio e dalla pasqua di Gesรน: ยซLa grazia del Signore nostro Gesรน Cristo sia con il vostro spirito, fratelliยป (Gal 6,18). Non รจ soltanto un saluto retorico; qui lโapostolo esprime una delle sue piรน profonde convinzioni, che hanno alimentato interiormente tutto il suo percorso discepolare, teologico, spirituale. Non dobbiamo essere noi a crescere, togliendo spazio allโagire di Dio in noi; dobbiamo al contrario diminuire per lasciare che sia Cristo, come grazia del Padre, a crescere, a dimorare, a vivere in noi.
Occorre, in altri termini, vivere quellโitinerario spirituale che ci conduce a collocarci tra i piccoli di cui parla Gesรน nella sua preghiera al Padre, che sono in grado di accogliere quella rivelazione del mistero di Dio, che al contrario rimane nascosta ai sapienti e ai dotti, cioรจ a tutti coloro che rimangono chiusi nellโautosufficienza delle loro certezze e, possiamo aggiungere, delle loro stesse pratiche religiose. Tra questi piccoli รจ Gesรน stesso a porsi, riconoscendo di non possedere nulla in proprio, ma di riceve re tutto dalle mani del Padre. Ed รจ questo lโatteggiamento che dobbiamo imparare da lui, assumendo il suo stesso giogo. Nella tradizione giudaica, il ยซgiogoยป (Mt 11,29) รจ metafora dei precetti della legge mosaica che bisogna portare, nella fedeltร allโalleanza. Pietro ne parla in questi termini negli Atti degli apostoli: ยซPerchรฉ tentate Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che nรฉ i nostri padri nรฉ noi siamo stati in grado di portare? Noi invece crediamo che per la grazia del Signore Gesรน siamo salvati, cosรฌ come loroยป (At 15,10-11). Il giogo che Gesรน ci impone e ci chiede di portare, questo giogo dolce e leggero, non รจ piรน il giogo della Legge, ma quello della sua grazia. ร il giogo che ci rende nuova creatura, perchรฉ ci strappa dalle nostre chiusure e pretese, per consegnarci alla novitร della relazione con Gesรน, e ci dona di vivere nella ยซpaceยป e nella ยซmisericordiaยป di Dio (Gal 6,16).
Signore Gesรน, tu hai pregato il Padre, ringraziandolo e benedicendolo per tutti i piccoli che, nella loro povertร , sanno aprire gli occhi per riconoscere il suo mistero, sanno aprire le mani per accogliere i suoi doni e vivere di essi. Faโ che la nostra preghiera sia accolta nella tua preghiera, affinchรฉ impariamo da te a relazionarci con il Padre nella fede umile, con i nostri fratelli e sorelle nella mitezza.
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Vangelo
Mt 11, 25-30
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesรน disse: ยซTi rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perchรฉ hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sรฌ, o Padre, perchรฉ cosรฌ hai deciso nella tua benevolenza. Tutto รจ stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrร rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darรฒ ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio peso leggeroยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.