Commento alle letture del 3 Settembre 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 3 Settembre 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

OGGI SI È COMPIUTA QUESTA SCRITTURA

1 Cor 2,1-5; Sal 118; Lc 4,16-30

Gesù in quanto vero Dio è saggezza eterna. In quanto vero uomo sempre è cresciuto di sapienza in sapienza. Per questa sua crescita perfetta il Padre dal momento del Battesimo lo ha avvolto con il suo Santo Spirito, perché vivesse la sua missione sempre secondo luce purissima. Anche nelle parole da dire Lui è sapientissimo. Sa con quali parole iniziare, quali aggiungere prima e quali dopo. Oggi entra nella sinagoga di Nazaret. Prende il rotolo del profeta Isaia. Non legge il Capitolo XI nel quale chiaramente, senza alcun dubbio, si parla del Messia o del Figlio di Davide.

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Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi (Is 11,1-5).

Di Isaia invece prende il Capitolo LXI. Lo legge. Lo dichiara compiuto nella sua persona. Il testo non parla direttamente del Messia. Può essere anche interpretato come se fosse il profeta a parlare. Gesù vuole che sia questa la comprensione e non un’altra. Infatti ricordando quanto è avvenuto con Elia e con Eliseo, è verso questa verità che Lui dirige l’attenzione di tutti. Attualmente non è il tempo che Lui si riveli nella verità piena. I tempi non sono maturi, perché i cuori camminano con altri pensieri. Il Messia atteso dal popolo non è quello secondo Dio. Loro attendo un nuovo Davide che prenda la spada, formi un esercito e tolga dalla terra dei padri il nemico che la occupa. Ma Gesù non è venuto per prendere la spada. Lui è venuto per prendere la croce. Un Messia Crocifisso non serve al popolo. Al massimo potrà fare dei crocifissi. Ma se l’uomo è già crocifisso, a che serve un Messia Crocifisso? Ad insegnare ad ogni uomo come si rimane sulla croce, senza crocifiggere nessun altro uomo.

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Oggi Gesù sperimenta quanto è difficile parlare secondo verità agli uomini. Il peccato ha corrotto a tal punto la loro natura da far loro desiderare di essere ingannati con false promesse e menzognere profezie. Ma sperimenta anche che su di Lui veglia il Padre e nessuno potrà fargli fisicamente del male, finché non giungerà la sua ora. Fin dagli inizia Lui sa che una pesante croce di incomprensione accompagnerà la sua missione.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano annunzi la verità con grande saggezza.

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