Il commento alle letture del 3 gennaio 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
E IO HO VISTO E HO TESTIMONIATO
Una testimonianza perché sia vera va fondata sui sensi dell’uomo. Occhi, orecchi, naso, gusto, tatto, sono essenziali per chi deve riferire gli eventi. Sempre il Signore si è servito degli occhi e degli orecchi dei suoi profeti per rivelare se stesso. Anche Pietro afferma nel sinedrio che lui non può tacere ciò che ha visto e udito. Negare ciò che si è visto, udito, toccato, gustato, odorato, sarebbe dichiararsi non uomini. Se poi quanto è stato dinanzi a noi è travisato, modificato a fin di male, allora si è disonesti, malvagi, cattivi. Sappiamo che i soldati sono stati pagati per dire che il corpo di Gesù era stato rubato. L’uomo è capace di ogni cosa, anche di vendersi e dichiararsi non uomo.
Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l’accaduto. L’uomo infatti nel quale era avvenuto questo miracolo della guarigione aveva più di quarant’anni (At 4,13-22).
È evidente che se Cristo non diviene parte essenziale del cristiano, c’è annunzio, ma non c’è testimonianza. Lo Spirito Santo non ci ha costituito annunciatori di Cristo, ma suoi testimoni. Si è testimoni dicendo ciò che lo Spirito ha fatto di noi in Cristo Gesù, ciò che ogni giorno fa di noi in Lui. Giovanni riceve una parola ben precisa da parte del Signore: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. La parola è stata ascoltata. Ora è necessario che si veda il suo compimento. Lo Spirito Santo scende e si posa some colomba su Gesù. Giovanni vede. Si compie quanto ha ascoltato. Testimonia che Gesù è il Figlio di Dio.
Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Prendiamo ora una parola di Cristo Gesù detta a noi: “Chi mangia di me, vivrà per me”.
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6,53-58).
Ci accostiamo all’Eucaristia, mangiamo il corpo e il sangue di Cristo. Quando possiamo essere suoi testimoni? Quando viviamo per Cristo. Quando obbediamo ad ogni sua Parola. Stiamo lontani da ogni peccato. Ci liberiamo da ogni vizio. Allora possiamo testimoniare che l’Eucaristia è il cibo che ci purifica da ogni peccato e ci rende puri per il nostro Dio. Allora possiamo invitare ogni altro uomo a divenire puro per l’Eucaristia.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri testimoni di Gesù.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Gv 1, 29-34
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.