Commento alle letture del 28 Marzo 2019 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 28 Marzo 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Allora è giunto a voi il regno di Dio

Ger 7,23-28; Sal 94; Lc 11,14-23

Gesù, vera stirpe della Donna, è colui che è venuto per schiacciare la testa al serpente. In Lui si adempie la prima promessa fatta da Dio proprio a Satana, che aveva portato per inganno l’umanità dal regno della vita in quello della morte.

Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,1-15).

Gesù viene, inizia a schiacciare la testa al nemico dell’uomo. Cosa dicono alcuni? Che Lui scaccia Satana aiutato da Satana. Dicono questo perché non conoscono né Dio né Satana. Lo dicono con un solo fine: rendere Cristo Gesù non credibile. Lo dicono in odio a Lui. Lo dichiarano per togliergli ogni credibilità nel popolo. Questo fa sì che il loro peccato si trasformi in peccato contro lo Spirito Santo, cioè in peccato di combattimento, lotta contro la verità conosciuta, peccato contro la salvezza.

Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.

Possiamo paragonare l’umanità ad una città fortificata assediata da ogni lato. Essa può resistere al nemico perché vi è un canale che porta in essa acqua sempre fresca. Il nemico scopre la fonte dell’acqua e non solo l’avvelena, ma ostruisce la fonte perché nessun’acqua possa più raggiungere la città. Con quest’azione si condanna la città alla resa al nemico o alla morte. Gesù è la sola sorgente di acqua purissima che deve dissetare l’umanità di verità, grazia, vita eterna. Questa sorgente prima viene dichiarata avvelenata, perché così nessuno più si accosti ad essa. Poi viene crocifissa, per impedire che possa continuare a versare la sua preziosa acqua. Chi priva l’uomo di Cristo lo priva della vita. Chi distrugge Cristo, distrugge la vita. È questo il peccato contro lo Spirito Santo: volontà satanica di togliere all’umanità la sorgente della vita.

Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettete che i cristiani cadano in questo peccato.

Fonte@MonsDiBruno

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