Il commento alle letture del 28 Marzo 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
MEGLIO PER QUELL’UOMO SE NON FOSSE MAI NATO!
Non so se le parole di Gesù abbiano un senso, un significato. Non so neanche se sono portatrici o meno di una verità, posta in esse dallo Spirito Santo. Devo però supporre, almeno a livello letterale, che un significato ce l’abbiano e che sono portatrici di una verità, se non per noi, almeno per Lui. Dico questo perché ormai nella Chiesa una, santa, cattolica, apostolica da un lato vi è il Vangelo e dall’altro il pensiero di questo o di quell’altro che è diametralmente opposto. Ciò che Gesù afferma nelle sue parole, i figli della Chiesa negano e ciò che per Gesù è no, per i figli della Chiesa è un sì. In questo caso sarebbe giusto per lo meno essere onesti e dire io penso in modo differente dal Vangelo, ormai da relegare ad un reperto di archeologia assieme a tutta la Parola di Dio. Abolendo il Vangelo anche in modo ufficiale come punto di riferimento, ognuno avrebbe carta bianca di affermare e di sostenere razionalmente le sue idee. In questo caso però si cadrebbe dalla fede e si farebbe della religione una filosofia e della filosofia una religione, avendo ognuno una sua filosofia e una sua religione.
Gesù dice: “Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato”. Nel Vangelo secondo Giovanni si dice sempre di Giuda: “Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici” (Gv 6,70-71). “Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura” (Gv 17,12). Se queste parole hanno un significato e sono portatrici di una verità, dobbiamo concludere per la dannazione di Giuda e per la sua perdizione. L’inferno è così impossibile da vivere, anche a causa della sua eternità, da far desiderare ai dannati il ritorno nel nulla, maledicendo senza sosta l’attimo del loro concepimento. Inoltre secondo il racconto di Pietro, Giuda fece la morte degli empi, cioè dei senza Dio: “Giuda dunque comprò un campo con il prezzo del suo delitto e poi, precipitando, si squarciò e si sparsero tutte le sue viscere. La cosa è divenuta nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, e così quel campo, nella loro lingua, è stato chiamato Akeldamà, cioè “Campo del sangue” (At 1,18-19). Questa è la Parola di Gesù e di Pietro. Uno può anche non credere, purché lo dica e lo professi con chiarezza, non però travisando la Scrittura, ma dicendo: “Io non credo nella Parola né di Pietro e né di Gesù”. “Io adoro un Dio senza la Parola di Cristo e senza inferno”.
Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
Giuda non si è dannato perché ha tradito il suo Maestro, ma perché il tradimento lo ha portato alla disperazione, peccando contro lo Spirito Santo. Ma anche questa purtroppo è Parola di Gesù: “Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro” (Mt 12,31-32).
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci sapientemente onesti.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 26, 14-25
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.