Il commento alle letture del 28 Maggio 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
UNA COSA SOLA TI MANCA
1 Pt 1,3-9; Sal 110; Mc 10,17-27
Per un figlio di Abramo la via della vita era l’osservanza della Legge, delle Norme, degli Statuti che di volta in volta il Signore faceva giungere al suo popolo. Un uomo, avendo sentito parlare Gesù, ascoltando ogni sua Parola, di sicuro avrà pensato che la via per il regno non fosse più quella di prima e chiede a Lui per avere certezze assolute. In verità la via del regno è passata dall’obbedienza alla Parola di Dio, contenuta nell’Antico Testamento, all’ascolto della Parola di Gesù rivelata nel Discorso della Montagna. È questo un passaggio non di lieve entità. La via del regno ora è Cristo Signore. Il Padre solo Lui ha costituito e Lui rimarrà in eterno unica e sola via.
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Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande» (Mt 7,21-27).
A quest’uomo che lo interroga, Gesù conferma che la via del regno inizia dall’osservanza dei Comandamenti. Si ascolta la Parola del Padre, si percorre la via verso il regno. Non la si ascolta, si avanza di sicuro, ma non verso il regno di Dio. Verso il regno si cammina da soli o si può consacrare l’intera vita per aiutare ogni altro uomo a progredire verso di esso? Come Gesù ha consacrato la sua vita a spianare e appianare per tutti la via del regno, così propone a quest’uomo di imitarlo in questa sua consacrazione. Se vuole fare questo, dovrà vendere tutti i suoi averi, distribuire ai poveri il ricavato, lasciare ogni altra cosa e seguire Lui, Gesù, per apprendere sia le verità del regno che le modalità per un servizio perfetto. La via del regno va indicata ad ogni altro uomo. È missione necessaria. In questo tale non vince l’amore per l’uomo da condurre alla salvezza eterna, ma l’attaccamento ai beni della terra.
Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Le parole di Gesù a sigillo di questo rifiuto, vanno ben ponderate: “Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!. è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. La difficoltà nasce dall’attaccamento alle ricchezze. Se il cuore è imprigionato in esse, anche quando si tratta di una piccola elemosina, ci si astiene dal farla. Sappiamo che il ricco cattivo neanche vedeva Lazzaro, il povero, seduto alla porta della sua casa. Non sono le ricchezze che conducono alla perdizione, ma l’idolatria di esse. Il cuore è morto.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni idolatria.