Il commento alle letture del 21 Settembre 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
ED EGLI SI ALZÒ E LO SEGUÌ
Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13
È sufficiente un solo gesto di Gesù per capovolgere la storia, rivoltandola sottosopra così come il contadino fa con la terra. San Paolo si serve del capovolgimento operato dalla luce di Cristo Gesù nella sua vita, per leggere secondo purissima verità tutta la grande opera della misericordia di Dio. Se Dio ha avuto misericordia verso di lui, non vi è peccatore sulla terra che non possa credere e sperare nell’amore del Padre suo.
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Paolo, apostolo di Cristo Gesù per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza, a Timòteo, vero figlio mio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro. Partendo per la Macedonia, ti raccomandai di rimanere a Èfeso perché tu ordinassi a taluni di non insegnare dottrine diverse e di non aderire a favole e a genealogie interminabili, le quali sono più adatte a vane discussioni che non al disegno di Dio, che si attua nella fede. Lo scopo del comando è però la carità, che nasce da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. Deviando da questa linea, alcuni si sono perduti in discorsi senza senso, pretendendo di essere dottori della Legge, mentre non capiscono né quello che dicono né ciò di cui sono tanto sicuri. Noi sappiamo che la Legge è buona, purché se ne faccia un uso legittimo, nella convinzione che la Legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrìleghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, i fornicatori, i sodomiti, i mercanti di uomini, i bugiardi, gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina, secondo il vangelo della gloria del beato Dio, che mi è stato affidato. Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. Questo è l’ordine che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie già fatte su di te, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza. Alcuni, infatti, avendola rinnegata, hanno fatto naufragio nella fede; tra questi Imeneo e Alessandro, che ho consegnato a Satana, perché imparino a non bestemmiare (1Tm 1,1-20).
Pubblicani e peccatori, vedendo quanto era successo con Matteo, pensano con lo stesso pensiero di Paolo, che è pensiero dello Spirito Santo. Se Gesù ha chiamato lui, peccatore come loro, anche loro potrà accogliere. Essi però non attendono che Gesù passi e li chiami. Sono loro che si presentano da Gesù per farsi da Lui chiamare.
Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
La missione del discepolo di Gesù non è fatta solo di prediche rivolte al popolo dall’alto di un pulpito o da un moderno ambone. Essa consiste invece nella manifestazione concreta della misericordia di Dio verso i peccatori. Non però misericordia statica che lascia il peccatore piantato nel suo peccato, ma di misericordia dinamica, capace di sradicare il peccatore dal suo peccato per farne un vero discepolo di Gesù. Oggi siamo tutti per la misericordia statica. La misericordia dinamica è dichiarata impossibile. Questo significa che chi offre la misericordia vive anche lui di misericordia statica.
Madre di Dio, Angeli, Santi, trasformati i discepoli di Gesù in misericordia dinamica.