Il commento alle letture del 21 Ottobre 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
TRA VOI PERÒ NON È COSÌ
Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45
Per avere un posto di comando, durante il regno di Davide, il figlio Assalonne si rivoltò contro il re, Davide, facendo scoppiare una guerra intestina. Tanta era la sua sete di potere che il capo del suo esercito, temendo che il re potesse assegnare il suo posto al capo dell’esercito di Saul, lo uccise a tradimento. Per occupare un posto si è anche disposti all’omicidio, alla guerra, alla calunnia. Sappiamo che scribi e farisei, temendo di perdere autorità dinanzi al popolo, decisero di uccidere il Figlio di Dio.
Ed ecco, i servi di Davide e Ioab tornavano da una scorreria e portavano con sé grande bottino. Abner non era più con Davide a Ebron, perché questi lo aveva congedato, ed egli era partito in pace. Quando arrivarono Ioab e la sua truppa, fu riferito a Ioab: «È venuto dal re Abner, figlio di Ner, ed egli l’ha congedato e se n’è andato in pace». Ioab andò dal re e gli disse: «Che cosa hai fatto? Ecco, è venuto Abner da te; come mai l’hai congedato ed egli ha potuto andarsene? Lo sai chi è Abner, figlio di Ner? È venuto per ingannarti, per conoscere le tue mosse, per sapere ciò che fai». Ioab si allontanò da Davide e mandò messaggeri dietro Abner e lo fece tornare indietro dalla cisterna di Sira, senza che Davide lo sapesse. Abner tornò a Ebron e Ioab lo prese in disparte dentro la porta, come per parlargli pacificamente, e qui lo colpì a morte al ventre, per vendicare il sangue di Asaèl, suo fratello. Davide seppe più tardi la cosa e disse: «Sono innocente io e il mio regno per sempre davanti al Signore del sangue di Abner, figlio di Ner. Ricada sulla testa di Ioab e su tutta la casa di suo padre (2Sam 3,22-29).
Ma dopo questo, Assalonne si procurò un carro, cavalli e cinquanta uomini che correvano innanzi a lui. Assalonne si alzava la mattina presto e si metteva da un lato della via di accesso alla porta della città. Quando qualcuno aveva una lite e veniva dal re per il giudizio, Assalonne lo chiamava e gli diceva: «Di quale città sei?». L’altro gli rispondeva: «Il tuo servo è di tale e tale tribù d’Israele». Allora Assalonne gli diceva: «Vedi, le tue ragioni sono buone e giuste, ma nessuno ti ascolta per conto del re». Assalonne aggiungeva: «Se facessero me giudice del paese! Chiunque avesse una lite o un giudizio verrebbe da me e io gli farei giustizia». Quando uno gli si accostava per prostrarsi davanti a lui, gli porgeva la mano, l’abbracciava e lo baciava. Assalonne faceva così con tutti gli Israeliti che venivano dal re per il giudizio; in questo modo Assalonne si accattivò il cuore degli Israeliti (Cfr. 2Sam 15,1-18,32).
Gesù non vuole che queste cose o altre peggiori avvengano nel suo regno. Per questo capovolge le leggi del governo. Il più ragguardevole non è quello posto in alto, ma colui invece che si pone in basso. Il più grande sarà il più piccolo. Anziché comandare, nel suo regno si serve. Invece che prendere, si dona. Invece che innalzarsi, ci si deve abbassare. Gesù dona se stesso come esempio sempre da seguire. Chi è Gesù? Colui che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto.
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Un altro grande vantaggio dona la legge di Cristo. Chi si pone in basso, mai venderà la sua coscienza, la sua intelligenza, la sua verità, il suo cuore per avere un posto in alto. Gesù non si spogliò della sua verità, ma delle sue vesti per essere crocifisso.
Vergine Fedele, Angeli, Santi, fateci regno di Dio secondo le regole di Cristo Gesù.