Il commento alle letture del 21 Gennaio 2019 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Ma vino nuovo in otri nuovi!
Eb 5,1-10; Sal 109; Mc 2,18-22
Sappiamo che il Signore Dio aveva stabilito la sua alleanza con i figli d’Israele sulle due tavole della Legge. Ogni altra cosa è mezzo, via per obbedire alla Legge, mai dovrà essere sostituzione. Anche il culto è via, non fine. Invece i figli d’Israele hanno trasformato le vie in fine e il fine è stato totalmente abolito. Contro questa essenziale trasformazione della relazione con Dio sempre hanno tuonato i profeti. Non c’è profeta che non abbia denunciato questa religione di abominio e di nefandezza.
«Guai a chi accumula ciò che non è suo, – e fino a quando? – e si carica di beni avuti in pegno!». Forse che non sorgeranno a un tratto i tuoi creditori, non si sveglieranno e ti faranno tremare e tu diverrai loro preda? Poiché tu hai saccheggiato molte genti, gli altri popoli saccheggeranno te, perché hai versato sangue umano e hai fatto violenza a regioni, alle città e ai loro abitanti. Guai a chi è avido di guadagni illeciti, un male per la sua casa, per mettere il nido in luogo alto e sfuggire alla stretta della sventura. Hai decretato il disonore alla tua casa: quando hai soppresso popoli numerosi hai fatto del male contro te stesso. La pietra infatti griderà dalla parete e la trave risponderà dal tavolato. Guai a chi costruisce una città sul sangue, ne pone le fondamenta sull’iniquità. Non è forse volere del Signore degli eserciti che i popoli si affannino per il fuoco e le nazioni si affatichino invano? Poiché la terra si riempirà della conoscenza della gloria del Signore, come le acque ricoprono il mare. Guai a chi fa bere i suoi vicini mischiando vino forte per ubriacarli e scoprire le loro nudità. Ti sei saziato d’ignominia, non di gloria. Bevi anche tu, e denùdati mostrando il prepuzio. Si riverserà su di te il calice della destra del Signore e la vergogna sopra il tuo onore, poiché lo scempio fatto al Libano ricadrà su di te e il massacro degli animali ti colmerà di spavento, perché hai versato sangue umano e hai fatto violenza a regioni, alle città e ai loro abitanti. A che giova un idolo scolpito da un artista? O una statua fusa o un oracolo falso? L’artista confida nella propria opera, sebbene scolpisca idoli muti. Guai a chi dice al legno: «Svégliati», e alla pietra muta: «Àlzati». Può essa dare un oracolo? Ecco, è ricoperta d’oro e d’argento, ma dentro non c’è soffio vitale. Ma il Signore sta nel suo tempio santo. Taccia, davanti a lui, tutta la terra! (Ab 2,6-20).
Gesù è venuto non per consolidare l’Antica Alleanza, ma per stabilirne una Nuova ed Eterna. Questa Nuova ed Eterna Alleanza non può fondarsi sulla tradizione degli antichi e neanche sui fondamenti dell’antica Legge del Sinai. Deve invece costituirsi, stabilirsi sul Discorso della Montagna, che richiede una purissima obbedienza alla Parola in tutto ciò che riguarda il corpo, l’anima, lo spirito, in ogni relazione con Dio, con se stessi, con le cose, con gli uomini, con il tempo, con l’eternità. Voler mettere nella nuova pasta della Nuova Alleanza il lievito dell’antica religiosità, rifiutata dallo stesso Dio e Signore, è opera di alta corruzione del Vangelo. Al discepolo di Gesù è chiesto uno stile di vita in tutto conforme al Vangelo e il Vangelo è il nuovo assoluto.
I discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da lui e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
Gesù non può dire ai discepoli di Giovanni e ai farisei che Lui è venuto per stipulare la Nuova Alleanza. Lo avrebbero lapidato accusandolo di infrangere la Legge di Mosè. Raccontando invece loro una parabola e scusando i suoi discepoli, mette tutti a tacere. Gesù è divinamente saggio. Sa quando dare spiegazioni e quando parlare il linguaggio della parabola. Sa quando essere esplicito e quando implicito. Sa quando una parola può essere detta e quando taciuta. Se il cuore è di pietra, mai la parola potrà entrare in esso. Dirla è sciupare del tempo prezioso, togliendolo alla vera salvezza. Per noi dovrà essere verità eterna: il Vangelo di Cristo Gesù è perfettissimo in ogni cosa. Bisogna solo osservarlo, aiutando ogni altro uomo mostrandogli come esso va vissuto in verità.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci esemplari in vita evangelica dinanzi ad ogni uomo.