Il commento alle letture del 20 agosto 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
SE VUOI ESSERE PERFETTO
Ez 24,15-24; C Dt 32,18-21; Mt 19,16-22
Un tale chiede a Gesù cosa deve fare di buono per avere la vita eterna. Chi conosce la Scrittura Antica sa che la vita eterna viene dall’obbedienza alla Parola di Dio. Gesù prima di ogni cosa chiarisce che buono è uno solo: il Padre suo, il Signore, il Creatore. Se uno solo è buono, anche da questo uno solo nasce tutto il bene che è nel mondo. Il bene altro non è che un dono dell’amore di Dio. Tuttavia il dono di Dio è condizionato all’obbedienza dell’uomo. Chi vive nella Parola, da Dio è sempre benedetto e cammina di benedizione in benedizione. Chi non cammina nella Parola viene reciso dalla sorgente del bene ed è come un albero tagliato alle radici. Non produce alcun frutto di bene. Questa chiarificazione già ci prepara a comprendere dove risiede il difetto di quest’uomo dopo che Gesù gli avrà fatto la grande promessa della perfezione.
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Quest’uomo vuole la vita eterna. Gesù gliela indica. La via della salvezza sono i comandamenti. Non soddisfatto l’uomo chiede a Gesù di indicargli quali sono i comandamenti che conducono alla via. Gesù glieli indica. “Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso”. Come si può constatare Gesù lascia i tre comandamenti dedicati a Dio e si concentra su quelli dedicati all’uomo. Perché non ricardo i comandamenti verso Dio? Non li ricorda perché sono questi comandamenti che rivelano la verità della fede e dell’obbedienza dell’uomo. L’apostolo Giovanni lo dice con chiarezza: sappiamo che amiamo Dio se amiamo il prossimo.
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. In questo l’amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello (1Gv 4,11-21).
A quest’uomo Gesù chiede un salto di amore. Gli chiede di passare dall’amore verso se stesso all’amore verso gli altri, dal solo salvare se stesso al salvare molti altri cuori, ponendo la sua vita a servizio di Gesù, per la redenzione del mondo. L’uomo se ne va triste. Aveva molti beni. Il suo cuore era nei suoi beni, non nell’amore verso gli altri.
Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
La salvezza del mondo necessita di persone che passino dall’amore di “egoismo”, amore cioè che pensa solo alla propria salvezza, all’amore di carità, che è totale donazione della propria vita al servizio del Vangelo. Anche coltivando i beni della terra dobbiamo passare dal pensare solo a noi stessi al pensare anche agli altri.
Madre di misericordia, Angeli, Santi, fate che il cristiano viva a servizio dei fratelli.