Il commento alle letture del 2 Ottobre 2018 a cura del sito Dehoniane.
Santi Angeli custodi (memoria)
XXVI settimana del tempo ordinario – Proprio
Lasciarsi guidare per essere custoditi
La memoria degli angeli custodi ci fa oggi ascoltare, in Matteo, un testo simile a quello propostoci ieri da Luca. Torna a emergere l’ambizione dei discepoli a essere grandi. Nella domanda dei Dodici, tuttavia, possiamo scorgere qualche aspetto più positivo rispetto all’atteggiamento descritto da Luca. Anzitutto perché, invece che discutere tra di loro, si rivolgono a Gesù e lo interrogano. Cercano dunque un diverso criterio di giudizio, che non li lasci in balìa del loro punto di vista. In secondo luogo, non cercano una grandezza mondana, che li renda importanti e potenti tra gli uomini. Chiedono come essere grandi «nel regno dei cieli» (Mt 18,1). Il loro sguardo si sposta da una grandezza mondana a una grandezza spirituale. Non ambiscono a un potere sui regni della terra, secondo le loro logiche, ma desiderano entrare nel regno dei cieli e dimorarvi in modo perfetto ed esemplare. Se colta in questa prospettiva, la loro diventa una bella domanda. Potremmo così tradurla: come essere santi nel regno dei cieli? La misura della grandezza nel regno di Dio è infatti la santità.
Gesù prende sul serio la domanda e vi risponde con un gesto e con una parola che ne interpreta il significato. Non bolla l’interrogativo come inopportuno, insensato o fuorviante. Indica piuttosto quale sia la via per essere grandi nel regno dei cieli. La prima cosa necessaria è vivere nella conversione: «Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (18,3). Non si tratta, tuttavia, di una conversione morale; si colloca a un livello più radicale. Occorre diventare piccoli, il che significa anche entrare nella consapevolezza di non farcela da soli. Quella richiesta è dunque una conversione paradossale.
Quando ascoltiamo appelli alla conversione, immediatamente pensiamo a ciò che siamo noi a dover fare, agli impegni e agli sforzi che la nostra libertà deve avere il coraggio di assumere. La conversione di cui parla Gesù stravolge questo modo di pensare, addirittura lo capovolge. Convertirsi significa farsi piccoli come bambini. Significa dunque entrare nella disponibilità a lasciar- aiutare; più che un agire, la conversione ci chiede di fidarci dell’azione di Dio in noi. «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?» (18,1). Dietro questa domanda si nasconde un altro interrogativo: che cosa devo fare per entrare nel regno dei cieli? Gesù risponde: non devi fare nulla; lascia che sia l’agire di Dio a manifestarsi nella tua vita e a trasformarla. Gesù, prima che a parole, risponde con un gesto: «Chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro» (18,2). La risposta implicita in questo ge- to è duplice. La più evidente: è il bambino, il piccolo, a stare al centro, come il più grande. Le nostre misure sono così capovolte: è il più piccolo a essere il più grande.
C’è però una seconda risposta cui il gesto allude: è Gesù a chiamare a mettere un bambino in mezzo ai discepoli. E il piccolo diventa il più grande proprio perché si lascia chiamare, si lascia prendere, si lascia mettere in mezzo. La sua è la grandezza di chi si fa obbediente all’agire di Gesù. Non si è grandi perché ci si fa tali, confidando nei nostri sforzi e virtù, anche spirituali e religio- se.iventiamo grandi quando lasciamo che sia Gesù a metterci al giusto posto. Quello voluto da lui, non quello inseguito da noi, o dalle nostre ambizioni, anche nobili e lodevoli, quale può essere il desiderio di santità.
Nell’Esodo, Dio promette a Israele un angelo che lo custodi- scauidandolo nel cammino, camminando alla sua testa (cf. Es 23,20.23). Sentiamo il bisogno di essere custoditi. Spesso, tutta- viapretendiamo che gli angeli ci custodiscano nei cammini che noi scegliamo, quelli che decidiamo noi di percorrere. Dobbiamo allora maturare una diversa consapevolezza, e anche questa è conversione: gli angeli ci potranno custodire, e Dio sarà il nostro custode, se ci lasceremo guidare sulle vie che egli desidera per noi.
Padre, il tuo Figlio Gesù, in obbedienza alla tua parola, ha desiderato dimorare in mezzo a noi come il più piccolo dei suoi fratelli. Si è fatto piccolo, ha chiesto accoglienza, si è lasciato disprezzare per rivelare lo sguardo buono del Padre, così diverso dai nostri sguardi cattivi. Noi ti ringraziamo e ti benediciamo, supplicandoti di custodirci sulle vie della piccolezza, della povertà, dell’umiltà, che sono le vie della vera fede.
Vangelo
Mt 18,1-5.10
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.