Il commento alle letture del 2 Giugno 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
CON QUALE AUTORITÀ FAI QUESTE COSE?
Gd 17.20b-25; Sal 62; Mc 11,27-33
Vi sono autorità che Dio ha dato all’uomo e autorità che a lui sono state negate. Quanto gli è stato concesso è nelle sue facoltà farlo, quanto gli è stato negato, deve astenersi dal farlo anche a prezzo della sua vita. Una delle autorità che non è stata mai data all’uomo e mai gli sarà data è quella di stabilire lui ciò che è bene e ciò che è male. Questa autorità è di Dio, ma non di un Dio pensato dall’uomo, ma dal Dio Creatore e Signore dell’universo e di quanto vi è in esso. Oggi questo peccato è universale. Ognuno si prende l’autorità di stabilire ciò che è bene e ciò che è male, non solo per se stesso, ma anche per gli altri, non come seduzione, tentazione o semplice proposta, ma come vera imposizione. Gli idolatri di ieri almeno rispettavano alcune leggi della natura. Oggi anche queste leggi vengono violate, dichiarate subcultura dell’uomo. L’uomo post-religioso e anche post-idolatrico, ha stabilito che è bene ciò che lui vuole che sia bene e male tutto ciò che lui decide che sia male. Cosa è oggi il male per l’uomo? Tutto ciò che il Signore, il suo Creatore, ha stabilito come bene. Cosa è il bene invece? Tutto ciò che Dio, il suo Creatore e Signore, ha stabilito come male.
[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]
Vi sono poi le autorità che vengono direttamente da Dio. Per noi discepoli di Gesù le autorità che vengono dal Signore sono quelle che scaturiscono dai sacramenti. Ogni sacramento conferisce una particolare autorità che obbliga al suo esercizio. Il battesimo ci dona l’autorità di agire da figli adottivi di Dio. La cresima ci fa testimoni di Gesù Signore. La nostra vita ha l’autorità di manifestare Lui in ogni cosa. Il diaconato conferisce l’autorità di servire i poveri nel nome di Cristo Signore. L’ordine sacro del presbiterato e dell’episcopato, nella loro differenza di grado, conferiscono l’autorità di pascere il gregge di Cristo con la stessa autorità di Cristo, nel servizio della verità e della grazia. Il Papa possiede l’autorità di essere pastore di tutta la Chiesa assieme al carisma di insegnare in modo infallibile le verità in ordine alla fede e alla morale. Chi non ha ricevuto un sacramento è anche privo dell’autorità che esso conferisce. Ma anche chi non possiede un dono dello Spirito Santo neanche possiede l’autorità di agire secondo la virtù che è propria di quel dono o di quel carisma. Guai quando un laico si dovesse assumere l’autorità che compete ad un vescovo o il vescovo si dovesse assumere l’autorità che compete ad un fedele laico. Sarebbe la fine di ogni cosa. La Chiesa entrerebbe in una confusione, diventerebbe una Torre di Babele.
Andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Gesù, purificando il tempio, rivela al suo popolo che Lui è vero profeta. È profeta più grande di Geremia e anche più che Malachia e lo stesso Isaia. Costoro hanno gridato al popolo contro la falsità del culto, ma si sono fermati alle parole. Gesù purifica il tempio scacciando da esso tutti i profanatori. La sua è l’autorità del vero profeta e viene direttamente da Dio. Il vero profeta mai niente mette di suo né nei segni o gesti e né nelle parole. È proprio dell’autorità dei capi dei sacerdoti, degli scribi e degli anziani discernere un vero profeta da uno falso. Non spetta a Gesù attestare l’origine della sua verità, anche perché la sua testimonianza è senza alcun valore. Lui però non può non rispondere. Lo Spirito Santo gli mette in bocca le giuste parole e Lui può sottrarsi con divina eleganza a questa domanda insidiosa. Essi non rispondono e Lui non risponde.
Vergine Prudentissima, Angeli, Santi, conduceteci di sapienza in sapienza.