Il commento alle letture del 19 Settembre 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
UN AMICO DI PUBBLICANI E DI PECCATORI!
1 Cor 12,31-13,13; Sal 32; Lc 7,31-35
Da scribi e farisei Gesù viene accusato di essere un amico dei pubblicani e dei peccatori. L’accusa consente loro di giustificare il non ascolto della sua parola e il rifiuto verso la sua persona. La loro altissima santità e perfetta scienza delle cose di Dio non potrà mai accogliere un peccatore. Costoro si dimenticano che la santità non è un oggetto che si compra al mercato. Essa è trasformazione del cuore. Da cuore egoista ne fa un cuore che ama l’uomo di vero amore di salvezza. Una santità che odia il peccatore di certo è “santità di Satana”, non certo “santità di Dio”. La santità di Dio ama a tal punto il peccato da fare il suo Figlio Eterno peccato in nostro favore, cioè lo ha fatto nel so corpo sacrificio, olocausto per il perdono del peccato del mondo.
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L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio (2Cor 5,14-21).
San Giovanni rivela la stessa verità. Dio ha fatto Cristo Gesù, il suo Figlio Unigenito, vittima di espiazione per i nostri peccati. L’amore verso i peccatori non è solo amicizia, comunione, stare insieme per la loro salvezza. È offerta al Padre del suo sangue perché il peccatore sia perdonato e si ricomponga la vera relazione tra Dio e l’uomo.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo (1Gv 2,1-2). Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui (1Gv 4,7-16).
Se Cristo si è lasciato fare peccato in nostro favore o vittima di espiazione per i peccati del mondo, vi potrà essere un solo suo discepolo che possa odiare un solo peccatore? Chi odia i peccatori non è discepolo di Gesù. Gesù è sacrificio perché essi siano perdonati. Ama Cristo Gesù chi si lascia fare dal Padre vittima di espiazione.
A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Madre di misericordia, Angeli, Santi, fateci amare i peccatori con l’amore di Gesù.