Il commento alle letture del 18 Settembre 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
RAGAZZO, DICO A TE, ÀLZATI!
1 Cor 12,12-14.27-31a; Sal 99; Lc 7,11-17
Gesù è il Differente. È il Differente da Mosè. Questo parlava solo su comando del Signore, nel nome del suo Dio. Gesù parla e comanda in suo nome. Lui dice una Parola e tutto si compie. È il Differente da Elia, il grande profeta del Dio vivente. Per risuscitare il figlio della vedova di Sarepta ha dovuto compiere una vera fatica.
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In seguito accadde che il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elia: «Che cosa c’è tra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?». Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò la voce di Elia; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elia: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità» (1Re 17,17-24).
Anche Eliseo, profeta già discepolo di Elia, per dare vita al figlio della Donna di Sunem dovette pregare il Signore con grande intensità. Il miracolo il Signore glielo ha concesso, ma non con preghiera semplice. Né Lui né Elia sono rivestiti di parola onnipotente. Possono, ma solo secondo le modalità stabilite dal Signore.
Eliseo disse a Giezi: «Cingi i tuoi fianchi, prendi in mano il mio bastone e parti. Se incontrerai qualcuno, non salutarlo; se qualcuno ti saluta, non rispondergli. Metterai il mio bastone sulla faccia del ragazzo». La madre del ragazzo disse: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». Allora egli si alzò e la seguì. Giezi li aveva preceduti; aveva posto il bastone sulla faccia del ragazzo, ma non c’era stata voce né reazione. Egli tornò incontro a Eliseo e gli riferì: «Il ragazzo non si è svegliato». Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, coricato sul letto. Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. Quindi salì e si coricò sul bambino; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani sulle mani di lui, si curvò su di lui e il corpo del bambino riprese calore. Quindi desistette e si mise a camminare qua e là per la casa; poi salì e si curvò su di lui. Il ragazzo starnutì sette volte, poi aprì gli occhi. Eliseo chiamò Giezi e gli disse: «Chiama questa Sunammita!». La chiamò e, quando lei gli giunse vicino, le disse: «Prendi tuo figlio!». Quella entrò, cadde ai piedi di lui, si prostrò a terra, prese il figlio e uscì (2Re 4,29-37).
Nei miracoli Gesù realmente si mostra il Differente. A Lui basta dire una parola: “Ragazzo, dico a te, àlzati!” e subito il giovane e dato alla madre con la vita che è ritornata nel suo corpo. Gesù non è in un gradino superiore. È il Differente per eternità, divinità, onnipotenza. È anche il Differente per umanità. La sua carne è vera carne della persona del Figlio dell’Altissimo, perché da Lui assunta secondo la legge dell’unione ipostatica. Lui è il Differente nella vita e nella morte, nel concepimento e nella risurrezione, sulla terra e nei cieli, nel tempo e nell’eternità.
In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Negando a Cristo questa differenza, facendolo uno come tutti gli altri, si potrebbe anche incorrere nel peccato contro lo Spirito Santo: oppugnare la verità conosciuta.
Madre di Dio, Angeli, Santi, liberate oggi i cristiani da questo imperdonabile peccato.