Il commento alle letture del 18 Novembre 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
LE STELLE CADRANNO DAL CIELO
Dn 12,1-3; Sal 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32
Il Dio Creatore che ha fatto dal nulla, cioè da materia non preesistente, il cielo e la terra, è anche il Signore del cielo e della terra. Tutto è nelle sue mani e Lui tutto può scuotere in ogni istante come fa un contadino con i suoi alberi. Questa verità di Dio vale per ogni giorno della storia. Oggi il Signore può venire e scuotere la terra e i cieli, perché si compia ciò che Lui ha deciso. Ma sappiamo che anche il tempo finirà, perché il Signore verrà e scuoterà per l’ultima volta e in modo definitivo cieli e terra, creando cieli nuovi e terra nuova. Questo evento può accadere in ogni istante. Dio, solo Lui, è il Signore del tempo e dell’eternità, del cielo e della terra.
Il ventuno del settimo mese, per mezzo del profeta Aggeo fu rivolta questa parola del Signore: «Ancora un po’ di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma. Scuoterò tutte le genti e affluiranno le ricchezze di tutte le genti e io riempirò questa casa della mia gloria, dice il Signore degli eserciti. L’argento è mio e mio è l’oro, oracolo del Signore degli eserciti. La gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti; in questo luogo porrò la pace». Oracolo del Signore degli eserciti. Il ventiquattro del mese questa parola del Signore fu rivolta una seconda volta ad Aggeo: «Parla a Zorobabele, governatore della Giudea, e digli: Scuoterò il cielo e la terra, abbatterò il trono dei regni e distruggerò la potenza dei regni delle nazioni, rovescerò i carri e i loro cavalieri: cadranno cavalli e cavalieri; ognuno verrà trafitto dalla spada del proprio fratello. In quel giorno – oracolo del Signore degli eserciti – io ti prenderò, Zorobabele, figlio di Sealtièl, mio servo – oracolo del Signore – e ti porrò come un sigillo, perché io ti ho eletto». Oracolo del Signore degli eserciti (Cfr. Ag 2,1-33). Perciò guardatevi bene dal rifiutare Colui che parla, perché, se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che proferiva oracoli sulla terra, a maggior ragione non troveremo scampo noi, se volteremo le spalle a Colui che parla dai cieli. La sua voce un giorno scosse la terra; adesso invece ha fatto questa promessa: Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo. Quando dice ancora una volta, vuole indicare che le cose scosse, in quanto create, sono destinate a passare, mentre rimarranno intatte quelle che non subiscono scosse. Perciò noi, che possediamo un regno incrollabile, conserviamo questa grazia, mediante la quale rendiamo culto in maniera gradita a Dio con riverenza e timore; perché il nostro Dio è un fuoco divorante (Eb 12,25-28).
È verità che va annunziata ad ogni uomo. In ogni momento il Signore può venire per attestare la sua Signoria sulla terra. Ma anche in ogni momento può venire per la creazione dei cieli nuovi e della terra nuova. Il Signore lo ha detto. Il mondo presente finirà. Non finirà la terra. Finirà l’universo esistente. Esso sarà scosso dal Signore. Il Dio che lo ha creato è anche il Dio che lo creerà nuovo. È il Dio che gli darà la sua stabilità eterna. Quando queste cose avverranno, cosa ne sarà dell’umanità? Ecco la Parola della speranza di Gesù Signore. Lui verrà e radunerà i suoi eletti per condurli con sé nella gloria eterna. Di tutti gli altri Lui non si darà pensiero. Non sono suoi. Non gli appartengono. Dove andranno tutti costoro? Nelle tenebre eterne. Gesù non li riconosce come suoi. Non può accoglierli nel suo regno. Lui non è stato il loro pastore.
In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.
Oggi questa fede in Dio e in Cristo non esiste più. Urge rimetterla in ogni cuore.
Madre di Dio, Angeli, Santi, date ogni luce al cristiano perché lui la doni al mondo.