Il commento alle letture del 18 dicembre 2017 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
GIUSEPPE, FIGLIO DI DAVIDE
Nella storia della salvezza nulla viene per volontà dell’uomo, tutto invece ha origine dalla volontà di Dio. La salvezza si compie non per le opere che vengono fatte in essa, ma per l’obbedienza indiscussa e incondizionata da offrire al Signore. Obbedienza e salvezza: la prima è l’albero, la seconda è il frutto. Se manca l’obbedienza, manca l’albero, mai si potrà gustare un solo frutto di vita. manca l’albero che lo produce. Possiamo ben dire che è l’obbedienza l’albero della vita posto al centro del Giardino dell’Eden. Mentre l’albero della morte è la disobbedienza. Se avesse accolto Maria per un moto spontaneo del suo cuore, Giuseppe sarebbe rimasto fuori dal mistero della salvezza. Invece irrompe il Signore nella sua vita, gli viene chiesta una immediata obbedienza, gli viene comandato cosa dovrà fare. Lui prontamente obbedisce, per Lui il Signore può realizzare il mistero della redenzione. Il Figlio suo potrà essere vero Re.
Maria e Giuseppe sono una sola obbedienza, senza alcuna differenza. A Maria è chiesto di consacrare tutto il suo corpo e la sua anima al Padre in modo verginale. Anche a Giuseppe è chiesta la stessa cosa. Anche lui dovrà rimanere vergine in eterno per il suo Dio. Lui dovrà essere il vero Padre di adozione di Cristo Gesù, il vero Sposo verginale della Madre del Figlio dell’Altissimo. L’una e l’altra sono del Signore, per il Signore, secondo sempre la sua volontà. Questo mistero oggi sfugge all’uomo, anche al cristiano. Che i cristiani vivano una fede corrotta lo attesta che essa è fatta di verità senza la Verità. Ogni verità senza la Verità è falsa, infruttuosa, sterile. È verità senza la verità governare la propria vita senza la volontà di Dio. Ad ogni discepolo di Gesù è chiesto di mostrare al mondo come si vive la propria verità umana perennemente dalla Verità del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, dalla loro volontà. Giuseppe non può vivere la sua verità dal proprio cuore, ma dalla più pura obbedienza alla Volontà di Dio.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Non è la frequentazione saltuaria della Messa che distingue il cristiano dal non cristiano. Non è neanche l’osservanza dei Comandamenti che opera questa distinzione. La distinzione inizia quando si cammina giorno per giorno nella volontà di Dio. Giuseppe rivela ad ogni uomo come si vive nella volontà del Signore. Si ascolta e immediatamente si esegue. Si riceve una parola da Dio e subito si dona ad essa la più perfetta e immediata obbedienza. La salvezza è il frutto dell’obbedienza. Per il sì che Giuseppe dice a Dio, Gesù riceve la figliolanza davidica, diviene sua discendenza, suo figlio, può divenire re dal regno eterno. Ma anche per Gesù si impone la stessa legge. Lui può essere anche discendenza di Davide, ma quando diviene Re di Israele, Re dell’Universo, Re del cielo e della terra? Nel momento della sua obbedienza che lo porta alla crocifissione. Tutto si compie nell’obbedienza alla divina volontà.
Per obbedienza Giuseppe prende Maria come sua sposa e vive con lei da vergine puro e casto. Per obbedienza adotta Gesù e lo fa figlio, vero figlio, del suo cuore, della sua anima, del suo spirito. Per obbedienza si consegna alla volontà di Dio e si pone ad esclusivo servizio della Madre e del Figlio. Tutto in Lui è obbedienza. Da Giuseppe il cristiano deve imparare che senza obbedienza si è fuori del mistero della salvezza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la vera obbedienza.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 1, 18-24
Dal Vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.