Il commento alle letture del 16 febbraio 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
QUANDO LO SPOSO SARÀ LORO TOLTO
A volte non sempre si può rispondere con pienezza di verità, rivelando pensieri e cuore, o sentimenti profondi, o disegni da attuare. L’altro non comprende. La giusta riposta necessita di alcune conoscenze: il cuore di chi chiede e il fine per cui l’altro chiede. Inoltre chi parla deve possedere la volontà di Dio su di lui e anche i tempi e le modalità del suo compimento o realizzazione. Nicodemo va di notte da Gesù e a lui il Signore svela tutto il mistero della rinascita da acqua e da Spirito Santo assieme al mistero della sua morte. Lui sarà come il serpente di rame, innalzato nel centro dell’accampamento. Lui è però innalzato fisicamente e non soltanto simbolicamente.
I discepoli di Giovanni chiedono a Gesù perché permette che i suoi discepoli si comportino in modo differente da loro, che sono bene ammaestrati da Giovanni sul digiuno, e anche dai discepoli dei farisei, anche essi eccellenti maestri della tradizione dei padri. Essi sono fedeli alle regole del digiuno, mentre i suoi proprio non se ne curano. Un maestro deve prestare ogni attenzione alle antiche regole, altrimenti agli occhi della gente perde di credibilità. Se tu Gesù non vigili, non sei un buon maestro. Diciamo subito che Gesù non è venuto per ripristinare o rinnovare le tradizioni dei padri, la sua missione è ben diversa: Lui è stato mandato per ricreare l’opera del Padre che è l’uomo. Lui è dal Padre per il Padre. Non è dagli uomini per gli uomini.
[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]
Questa verità è a loro umanamente inconcepibile, rivelarla non sarebbe stata compresa. Gesù è obbligato a dare una risposta. Lui è il Maestro e se interrogato sempre deve rispondere con saggezza, intelligenza, secondo verità. Lui aggira l’ostacolo. Dichiara loro che il non digiuno è solo momentaneo. È come se uno partecipasse ad una festa di sposalizio. Di certo non si va per digiunare, ma per gioire con gli sposi. Ora i suoi discepoli è come se si trovassero ad una festa. Non possono digiunare. Poi la festa finirà ed essi digiuneranno. La risposta serve non solo a rivelare la verità, ma soprattutto a portare pace nei cuori, in modo che Gesù possa continuare senza intralci la sua missione per il ristabilimento della Signoria del Padre in ogni cuore, dopo essere stato ricreato, rinnovato, purificato e santificato in Lui.
Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.
È questa la vera missione di Gesù: far risplendere il Padre suo in ogni cuore, mostrandolo nella sua piena verità di amore, giustizia, santità, fedeltà ad ogni sua Parola. A nulla serve vivere secondo la tradizione degli antichi, se poi Dio non abita e non regna nei cuori. La stessa regola vale per ogni discepolo di Gesù. Lui è mandato nel mondo per un solo fine: far conoscere Cristo, il suo mistero, che deve divenire nostro mistero in Lui, con Lui, per Lui. Questa verità deve essere l’anima e lo spirito di ogni nostra opera, così come era anima e spirito dell’apostolo Paolo.
Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù (Fil 3,8-14).
Ogni discepolo di Gesù realizzando se stesso in Cristo insegna mostrando come ognuno possa e debba realizzarsi. Tolto Cristo dagli occhi, ogni altra cosa è vana.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci mistero di Cristo Gesù.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 9, 14-15
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.