Il commento alle letture del 16 dicembre 2017 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO DOVRÀ SOFFRIRE
Nella visione del Figlio dell’uomo, così come essa è narrata da Daniele, non si fa alcun accenno alla sofferenza, alla croce, come unica e sola via per giungere fino a Dio.
Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto (Dn 7,9-10. 13-14).
Gesù unifica tutte le profezie – quelle sul Giusto sofferente, sul Servo del Signore, sul Figlio dell’uomo, sul Messia, sul Profeta simile a Mosè, ogni altra che lo riguarda e sono circa settanta – in una sola profezia. Sulla sofferenza tutti conoscono quella narrata dai Salmi. Oggi vogliamo offrire alla meditazione un brano delle Lamentazioni.
Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Sì, contro di me egli volge e rivolge la sua mano tutto il giorno. Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle, ha rotto le mie ossa. Ha costruito sopra di me, mi ha circondato di veleno e di affanno. Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi come i morti da gran tempo. Mi ha costruito un muro tutt’intorno, non posso più uscire; ha reso pesanti le mie catene. Anche se grido e invoco aiuto, egli soffoca la mia preghiera. Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri. Era per me un orso in agguato, un leone in luoghi nascosti. Seminando di spine la mia via, mi ha lacerato, mi ha reso desolato. Ha teso l’arco, mi ha posto come bersaglio alle sue saette. Ha conficcato nei miei reni le frecce della sua faretra. Sono diventato lo scherno di tutti i popoli, la loro beffarda canzone tutto il giorno. Mi ha saziato con erbe amare, mi ha dissetato con assenzio. Ha spezzato i miei denti con la ghiaia, mi ha steso nella polvere. Sono rimasto lontano dalla pace, ho dimenticato il benessere. E dico: «È scomparsa la mia gloria, la speranza che mi veniva dal Signore». Il ricordo della mia miseria e del mio vagare è come assenzio e veleno.
Ben se ne ricorda la mia anima e si accascia dentro di me. Questo intendo richiamare al mio cuore, e per questo voglio riprendere speranza. Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà. «Mia parte è il Signore – io esclamo –, per questo in lui spero». Buono è il Signore con chi spera in lui, con colui che lo cerca. Sono salite le acque fin sopra il mio capo; ho detto: «È finita per me». Ho invocato il tuo nome, o Signore, dalla fossa profonda. Tu hai udito il mio grido: «Non chiudere l’orecchio al mio sfogo». Tu eri vicino quando t’invocavo, hai detto: «Non temere!». Tu hai difeso, Signore, la mia causa, hai riscattato la mia vita. Hai visto, o Signore, la mia umiliazione, difendi il mio diritto! Hai visto tutte le loro vendette, tutte le loro trame contro di me. Hai udito, Signore, i loro insulti, tutte le loro trame contro di me. I discorsi dei miei oppositori e i loro pensieri sono contro di me tutto il giorno. Osserva quando siedono e quando si alzano; io sono la loro beffarda canzone (Lam 3,1-66).
L’uomo che soffre è l’umanità intera a causa del suo peccato. Gesù soffre non per i suoi peccati – Lui è innocente, senza macchia, immacolato, puro – ma perché ha preso su di sé per grandissimo amore tutte le colpe e tutte le pene ad essa dovute per affiggerle nel suo corpo sulla croce e toglierle dal mondo. La sofferenza è via obbligata per Cristo. La redenzione è nel versamento del sangue. Lui lo sa e si offre con volontà decisa, ferma, risoluta. Lui salva per espiazione vicaria, prendendo il nostro posto. Il mondo tratta Gesù secondo la potenza del suo peccato. Gesù si lascia trattare.
Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci amare la sofferenza.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 17, 10-13
Dal Vangelo secondo Matteo
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.