Il commento alle letture del 15 Aprile 2018 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
MOSTRÒ LORO LE MANI E I PIEDI
At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1 Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48
La risurrezione di Gesù è evento così nuovo nella storia da risultare addirittura incomprensibile alla piccola e meschina mente dei discepoli. Essi avevano assistito alla risurrezione del figlio della vedova di Nain e anche a quella di Lazzaro, ormai da quattro giorni nel sepolcro. Anche la Scrittura Antica raccontava di ben tre risurrezioni, una compiuta da Elia e due da Eliseo, da vivo la prima, da morto la seconda. Tutti però erano tornati alla vita di prima. L’anima prende il suo posto nel corpo e l’uomo comincia nuovamente a vivere. Con Gesù invece tutto è diverso e tutto è nuovo. Lui non torna alla vita di prima. Il suo corpo di carne è trasformato in spirito, in luce, diviene immortale, glorioso. È questa trasformazione in spirito e in luce come Dio è spirito e luce che essi non riescono a comprendere e per questo sono sempre nel dubbio. Gesù non spiega il mistero della sua risurrezione. L’unico nel Nuovo Testamento che dona una spiegazione è San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi. I Corinti erano giunti a negare la risurrezione dei morti e Paolo impegna tutta la sua sapienza per ristabilire la vera fede nei cuori, smarriti, confusi, incerti. La spiegazione è un aiuto. Il mistero è infinitamente oltre. A noi urge la fede. La comprensione è dono dello Spirito Santo.
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Ma qualcuno dirà: «Come risorgono i morti? Con quale corpo verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore. Quanto a ciò che semini, non semini il corpo che nascerà, ma un semplice chicco di grano o di altro genere. E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. Non tutti i corpi sono uguali: altro è quello degli uomini e altro quello degli animali; altro quello degli uccelli e altro quello dei pesci. Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, altro quello dei corpi terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle. Ogni stella infatti differisce da un’altra nello splendore. Così anche la risurrezione dei morti: è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale. Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale (Cfr 1Cor 15,25-58).
Gesù non spiega il suo mistero. Lui vuole che i suoi discepoli constatino ognuno personalmente che vi è identità perfetta tra il Crocifisso e la persona che è dinanzi ai loro occhi. Una volta che questa verità è messa nel cuore, ogni altra cosa segue. Così Gesù ci insegna che non sempre nella fede si deve partire dalla spiegazione razionale del mistero, ma dall’affermazione della sua verità. Si crede nella verità, ogni altra cosa segue. Se nella verità non si crede, anche le più illuminanti spiegazioni a nulla servono. Oggi abbiamo milioni di libri che parlano di Cristo e del suo mistero, ma non abbiamo più Cristo. Conosciamo tutto di Lui, ma non possediamo Lui. Gesù invece vuole che crediamo in Lui, abbiamo Lui, camminiamo con Lui. A suo tempo comprenderemo.
Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni.
Gesù, perché gli Apostoli si aprano al suo mistero di morte e di risurrezione, inizia con l’aprire loro la mente alla comprensione delle Scritture. Nella Scrittura è racchiuso il suo mistero, dalla Scrittura sempre si deve partire. È via perenne per ogni credente.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci comprendere le Scritture.