Il commento alle letture del 12 Marzo 2019 a cura di Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).
Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
Is 55,10-11; Sal 33; Mt 6,7-15
La Legge di Gesù sul perdono appartiene anch’essa alla verità che è essenza del Vangelo e consiste nel superamento di tutte le antiche disposizioni divine sul perdono.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono (Mt 5,20-24).
La riconciliazione, il perdono, l’offerta della pace è obbligo dell’offeso. È lui che si deve presentare dall’offensore e offrirgli la sua riconciliazione, il suo perdono, la sua pace. Il Padre celeste, l’Offeso dalla sua creatura, non solo ha offerto a noi la sua riconciliazione, il suo perdono, la sua pace. Ha anche espiato i nostri debiti con il dono all’umanità del Figlio Suo Unigenito, offertosi in sacrificio e olocausto di espiazione. Gli Apostoli di Gesù sono coloro che devono andare per il mondo, chiedendo, anzi supplicando e scongiurando ogni uomo a lasciarsi riconciliare con Dio.
L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2Cor 5,14-6.2).
Dinanzi a questa altissima verità dell’espiazione, diviene inutile e superflua la domanda di Pietro a Gesù su quante volte si deve perdonare il fratello che pecca contro di noi. Se dobbiamo cooperare con Cristo Gesù per l’espiazione del peccato del mondo, il perdono è illimitato e incondizionato da parte nostra. Noi abbiamo consacrato la vita per l’espiazione dei peccati e non c’è espiazione senza volontà di perdono. Sarebbe veramente strano che il cristiano espiasse i peccati, ma non li perdonasse. Come ogni peccato in Cristo va espiato, così ogni peccato in Cristo va perdonato. È il Vangelo.
Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
Gesù ci avvisa e ci ammonisce. Chi vuole essere perdonato deve perdonare. Poiché tutti siamo peccatori dinanzi a Dio, tutti dobbiamo sempre perdonare. Senza Cristo Gesù nel cuore e lo Spirito Santo nell’anima, la natura umana non è in grado di perdonare. Ancora una volta si rivela necessaria l’opera della Chiesa. Essa deve creare l’uomo capace di ogni perdono, di ogni espiazione, di ogni riconciliazione.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci veri cristiani capaci di vero perdono, vera espiazione.