Commento alle letture del 1 Maggio 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 1 Maggio 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

NON È COSTUI IL FIGLIO DEL FALEGNAME?

Gn 1.26-2.3 opp. Sal 3.14-15.17.23-24; Sal 89; Mt 13.54-58

Gesù dona una regola infallibile perché ogni uomo di Dio cammini nella storia con saggio, intelligente, giusto, vero discernimento: osservare ogni uomo spoglio da ogni origine o derivazione di famiglia, casato, popolo, nazione, tribù, titolo di studio o di nobiltà, di frequentazione o di amicizia. Si deve guardare l’uomo, solo l’uomo e le sue opere. L’opera è il frutto dell’uomo. Essa mai inganna, mai ci porta in giudizi errati, né verso il falso bene, né verso il bene falso. L’opera deve essere però il frutto della Parola di Dio, non però modificata dall’uomo, ma illuminata dallo Spirito Santo.

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Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia. Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?». Disse loro Gesù: «Un’opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!» (Gv 7,14-24).

Un vero profeta si distingue da ogni falso profeta, perché lui vive tutta la Parola del Signore, iniziando dal primo Comandamento. Poiché Gesù osserva tutta la Parola del Padre, mai potrà essere un falso profeta. Un uomo vero dice parole vere.

Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete (Mt 7,15-20).

Quelli di Nazaret dovrebbero ricordarsi che il loro grande re Davide era un umile pastore di pecore. Il padre non lo aveva ritenuto neanche degno di presentarsi dinanzi a Samuele. Non è il casato che innalza, ma solo il Signore che crea i suoi uomini.

Fece santificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio. Quando furono entrati, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi (Cfr. 1Sam 16,1-13).

È proprio l’umiltà delle origini di Gesù che avrebbe dovuto aprire i cuori a credere in quanto annunziato. La loro fede è senza memoria della storia, priva di ogni verità.

Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di fede ricca di memoria.

 

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