Anche in questa colletta, come quella di domenica scorsa, troviamo il tema del movimento, piรน esattamente della corsa incontro al Cristo: โin tui occursum Filii festinanteโ. Occursus evoca il verbo occurso, andare incontro e dunque โmentre accoriamo versoโ oppure โnella corsa incontro al tuo Figlioโ, dunque non del semplice โcamminoโ.
Se alla liturgia sta dunque a cuore lโimmagine della corsa incontro al Veniente, al punto da porcela davanti per due domeniche consecutive, facendone cosรฌ uno dei tema maggiori dellโAvvento, significa che questa immagine custodisce una veritร da fare nostra e da vivere. La liturgia fa del vegliare una qualitร dinamica, e questo lo ha compreso molto bene John Henry Newman quando scrive: โNoi non dobbiamo solo credere, ma vegliare; non dobbiamo solo amare, ma vegliareโ.
E poi aggiunge โMa cosa significa vegliare? Veglia nellโattesa di Cristo, chi ha un cuore sensibile, aperto e accogliente, chi รจ desto, pronto, intuitivo, che si tiene in agguato, ardente nel ricercarlo e nellโonorarlo. Veglia nellโattesa di Cristo chi lo attende in tutto ciรฒ che gli succede e che non sarร nรฉ sorpreso, nรฉ confuso, nรฉ sconvolto se รจ messo di colpo davanti al fatto improvviso della sua venutaโ. โDesto, pronto, intuitivo, che si tiene in agguatoโ secondo quanto dice Newman, ecco la qualitร dinamica del vegliare che le collette delle prime tre domeniche di Avvento rendono con verbi di movimento, con lโimmagine del correre verso.
Ma la colletta di questa domenica insieme allโimmagine della corsa verso il veniente, ci invita a considerare anche cosa puรฒ ostacolare il cammino e cosa invece lo velocizza. โFaโ che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlioโ, nel testo latino โnulla opera terreni actus impediantโ, dunque โnessuna opera dellโagire terreno ci ostacoliโ o โci intralciโ. La colletta ci ricorda che le โterrestriaโ, le cose della terra, le opere della terra possono essere di ostacolo. Molto sobriamente e in modo equilibrato la liturgia ci fa chiedere che le nostre azioni terrene non ostacolino la corsa, non nel senso di impedirla ma di rallentarla. E qui non cโรจ nessuna volontร di disprezzare o di denigrare ciรฒ che รจ terreno, ma con grande realismo ed esperienza dellโumano, si prega che la corsa non sia trattenuta, nel senso di rallentata, appesantita.
Abbiamo sentito Newman affermare che โVeglia nellโattesa di Cristo chi lo attende in tutto ciรฒ che gli succedeโ; e noi, alla luce di questa colletta, potremmo aggiungere, โVeglia nellโattesa di Cristo chi lo attende in tutto ciรฒ che fa. Anche le nostre terrestria opera, gli atti terreni non ci sono di impedimento, non ci trattengono, perchรฉ attendiamo Cristo attraverso ciรฒ che facciamo. Questo significa che vegliare non รจ solo pensare o un pregare, ma le nostre azioni terrene, quelle piรน quotidiane sono un vegliare: lโagire quotidiano, il piรน umano e perfino profano รจ vegliare.
Se le azioni terrene possono rallentare, vi รจ anche ciรฒ che invece velocizza la corsa la โsapienza che viene dal cieloโ, โsapientiae caelestis eruditioโ. La sapienza dello Spirito ci erudisce, vale a dire che lโopera dello Spirito รจ un insegnamento. Un erudire, cioรจ ci trae fuori dalla nostra condizione di ignoranza; ci fa letteralmente meno โrudiโ e piรน raffinati nel valutare il senso e il valore delle nostre azioni terrene. Lโandare alla scuola della sapienza dello Spirito, lโinsegnamento dello Spirito ci rende partecipi al suo Regno. Il testo latino della colletta recita โnos faciat eius esse consortesโ, โci faccia partecipi della sua stesa sorteโ, la sorte del Figlio.
Dunque, preghiamo e invochiamo lโinsegnamento dello Spirito perchรฉ la sua sapienza ci conduca a condividere la vita stessa del Figlio.
Goffredo Boselli, monaco di Bose
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Dio grande e misericordioso, faโ che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal celo ci guidi alla comunione con il Cristo, nostro Salvatore. |
Omnipotens et misericors Deus,
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