Commento al Vengelo del 9 Luglio 2021 – Monaci Benedettini Silvestrini

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L’altro e il martirio.

Leggi il brano del Vangelo di † Mt 10, 16-23

La storia narrata oggi nelle letture si presenta come un’epopea, benché sia stato un più prosaico spostamento di pastori nomadi, ma ciò che colpisce è il senso di movimento che si nota nei capitoli che stiamo percorrendo in questi giorni. A fare bene attenzione ci si accorge che siamo in presenza di una vera e propria girandola, dove i protagonisti non stanno mai fermi. Si dirà: bella scoperta, sono nomadi! Ma non si tratta solo di questo, il punto è che alla vivacità del racconto corrisponde un altrettanto “pathos” da parte di Dio che chiede, anche ad un vecchio, spostamenti faticosi e sempre per la benedetta promessa! Ma questa non si poteva realizzare stando comodamente a casa propria? Forse il senso è proprio da ricercarsi in una “teologia” del cammino. Il che comporta, anche nella stabilità del loco, il non radicarsi, l’essere aperti allo “straniero” e, in fin dei conti, sempre a disposizione di un progetto che non è mai prevedibile. È la medesima situazione di “essere stranieri” che si trova nel Vangelo, in cui la testimonianza del Regno non porta solo su strade difficili, ma conduce a scelte che possono richiedere il sacrificio della propria vita. Oggi, e non solo il Papa ce lo ricorda in continuazione, in varie parti del mondo i cristiani sono chiamati a testimoniare Cristo anche fino al martirio. Tribunali, forse nemmeno… accuse tante… e sangue sparso a testimonianza. E’ uno dei capitoli più difficili del messaggio di Cristo che però Lui ha già percorso, tracciandoci il cammino. Una sicurezza: Non riceveremo mai croci più grandi e pesanti di quelle che siamo capaci di portare. Il Signore ce lo conceda.