Commento al Vengelo del 7 Ottobre 2021 – Monaci Benedettini Silvestrini

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Chiedete, cercate, bussate…

Oggi potremmo scegliere tra i due vangeli, quello della memoria della Beata Vergine Maria del rosario e quello del giorno. Preferiamo la lectio continua anche perché il vangelo ci pare importante, specie nei giorni nostri. Molti cristiani, che non hanno un concetto esatto delle finalità della preghiera, finiscono per credere che troppo spesso il nostro Dio è sordo o, come afferma un salmista, “muto e inerte”. Alcuni pensatori oggi sono arrivati a proclamare il silenzio e l’assenza di Dio dalle vicende del mondo.

Quando poi la nostra storia assume connotati di più intensa tragicità, di particolare violenza e di conclamate ingiustizie, il grido verso Dio giunge fino a diventare orrenda bestemmia: lo si accusa di essere Lui il responsabile delle umane atrocità e ciò perché non ci sarebbero da parte sua quelle risposte, che a noi sembrerebbero così logiche e soprattutto così urgenti. Ancora una volta il processo a cui vorremmo sottoporre il buon Dio è guidato da considerazioni e razionalità solo umane e non dalla luce della fede.

È allarmante che tutto ciò accada anche nell’ambito della preghiera cristiana. Dio ascolta, con amore di Padre le nostre suppliche, interviene nella nostra storia personale e sociale, ma essenzialmente egli si erge a difensore della nostra libertà ed esige giustamente che la nostra preghiera miri prima di tutto a compiere in noi e nel mondo la sua santissima volontà.

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Richiede la perseveranza nella preghiera perché questa ci mette in sintonia con Lui e ci rende capaci di vedere, alla luce della fede e del mistero della croce, le “verità” su ciò che ci accade e sui misteriosi, ma reali interventi che egli opera, anche e soprattutto, nel trarre il bene migliore anche dalle vicende più assurde e atroci della nostra storia, di cui noi siamo gli unici responsabili!