La gioia di Dio per il suo perdono.
«Così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
È la gioia di Dio e di tutto il paradiso che oggi è solennemente proclamata. Peccato che tale gioia non sia sempre condivisa dagli uomini! Ciò accade forse perché noi, nei confronti degli altri, esigiamo la giustizia e per noi stessi invece la misericordia. L’intensità della gioia di ritrovare ciò che era perduto è proporzionata all’amore che abbiamo per ciò che si è perso: Ciò si può sperimentare anche nelle nostre esperienze umane.
Esulta il pastore che ritrova la pecora smarrita e vuole rendere partecipi del suo gaudio anche gli amici. Dio ci ama di un amore immenso ed incontenibile. Tutta la storia della salvezza ne è una chiarissima e splendida dimostrazione. Dal momento del peccato il Signore si è messo alla ricerca dell’uomo, nudo, spaurito e fuori del paradiso terrestre.
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In Gesù, l’opera divina ha trovato il suo culmine, quando, per ritrovare l’uomo e redimerlo dal peccato, ha immolato se stesso sulla croce. La gioia poi è diventata perenne, sicura e garantita nella risurrezione sua e nostra. È diventata la gioia pasquale, e… gioia perenne!
Monaci Benedettini Silvestrini
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