Commento al Vengelo del 27 Settembre 2021 – Monaci Benedettini Silvestrini

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Come bambini per entrare nel Regno.

Erano e sono frequenti gli interrogativi che i discepoli ponevano a Gesù. Il “Chi è il più grande” li sintetizza tutti. La voglia di primeggiare scaturisce da una perenne competizione che, più o meno consapevolmente e in misura ed intensità diversa, tutti viviamo nei confronti di chi vive insieme con noi e condivide la nostra stessa esperienza.

La risposta di Gesù è disarmante e sconvolgente rispetto alla mentalità corrente ed istintiva dell’uomo. Egli afferma che per diventare grandi davvero e capaci di entrare ne suo Regno, occorre ritornare, in una autentica ed interiore conversione, allo spirito puro e semplice dei bambini. Essere piccoli significa godere della beatitudine che lo stesso Gesù proclama: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”.

E’ evidente che un simile atteggiamento dell’animo umano non è spontaneo o frutto solo di un buon carattere, ma sgorga solo dalla fede e dall’umiltà del cuore; è propria di chi si fida di Dio e a Lui si abbandona “come un bimbo svezzato in braccia a sua madre”, come dice il salmista. L’esempio di Cristo dovrebbe avvincerci: Egli anche nello stremo della morte si affida al Padre: “Padre nelle tue mani affido il mio spirito”. Tendere a questa virtù cristiana significa garantirsi una speciale protezione divina poiché Egli “esalta gli umili ed abbassa i superbi”.

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