Commento al Vengelo del 26 Maggio 2021 – Monaci Benedettini Silvestrini

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La forza dell’ambizione.

Spesso cerchiamo un collegamento tra le due letture della messa, e siccome esse seguono i cicli propri non è sempre facile trovarlo. Eppure ci aiuterebbe non solo a ricordarle meglio ma anche di spiegarle una con l’altra. Mi sembra che oggi il collegamento tra le due letture sia proprio la richiesta di misericordia che viene elevata come una preghiera dal Siràcide.

Abbiamo bisogno di tanta misericordia del Signore. La misericordia anche per scoprire nelle pieghe più recòndite del cuore i sentimenti che guidano il nostro agire. All’annuncio dei giorni di dolore che attendono il loro Maestro, gli apostoli, ripiegati nel proprio tornaconto e rinchiusi nell’orticello del proprio egoismo, pensano solo a accaparrarsi promozioni e posti di onore. Quello che i due figli di Zebbedèo hanno il coraggio di esprimere e chiedere, è un desiderio che brucia anche nei cuori degli altri apostoli e di noi tutti: occupare i primi posti! I vizi capitali, tra cui la superbia, hanno profonde radici nel cuore dell’uomo.

Dovremmo soprattutto sentirci conquistati dalla lezione di umiltà che ci viene offerta dal Signore. Non è facile per la nostra natura rimanere nell’ombra… La cecità innata con la nostra natura ci porta inesorabilmente a giudicare gli altri inferiori a noi, proprio all’opposto di quanto Gesù ci insegna. Lo Spirito del Signore ci ottenga almeno la consapevolezza della incoerenza della vita dinanzi agli esempi e agli insegnamenti di Gesù. Siamo convinti che un pizzico di umiltà non nuocerebbe a nessuno… e ci darebbe più pace e serenità.

Ecco allora la necessità della misericordia da desiderare, da chiedere ma anche da donare.

Monaci Benedettini Silvestrini

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