Commento al Vengelo del 13 Novembre 2021 – Monaci Benedettini Silvestrini

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La catena che ci unisce a Dio.

Pregare sempre senza stancarsi mai potrebbe apparire, per noi così affaccendati in mille cose, una esortazione impraticabile. Sperimentiamo come facilmente ci si stanca anche solo per qualche minuto in più da dedicare alle nostre preghiere e liturgie settimanali. Gesù ci sta chiedendo innanzi tutto la perseveranza nella preghiera, vuole poi raccomandarci una intima ed ininterrotta comunione con lui. Come può un figlio, sempre bisognoso di aiuto, dimenticarsi del proprio padre o smettere di chiedergli quanto egli necessita? La preghiera ci consente di essere costantemente orientati verso Dio e mirare verso i beni del cielo.

Ci serve per ricordare la nostra mèta ultima e dotarci dei mezzi per raggiungerla. Ci serve per prendere coscienza onestamente della nostra debolezza e sperimentare la infinita bontà e potenza divina. Ci serve per creare una giusta gerarchia di valori per poi prediligere i veri beni e operare un sano e doveroso distacco da quelli della terra. Diventiamo così, pur restando abitanti di questo mondo, cittadini del cielo.

Sperimentiamo la paternità di Dio, la sua presenza operante tra noi, la fratellanza tra gli uomini e il dono della misericordia e della pace. Così ogni giorno alimentiamo la nostra fede e l’adorniamo di opere di bene. Così infine il Signore ci renderà giustizia dinanzi alle ingiustizie della vita!

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