5a domenica di Quaresima «C»
Rito ambrosiano • Domenica di Lazzaro, 5a di Quaresima – Gv 11,1-53
Davanti a una persona che ha commesso un peccato importante, Gesù sembra prendere tempo. Simpasta le dita di terra e di polvere,si mette in ascolto delle fatiche e delle paure di quella donna, si chiede se la condanna definitiva (la morte per lapidazione) sia la volontà del Padre.
La misericordia non cancella la giustizia, semmai le mette davanti la verità: può condannare a cuor Leggero chi non ha mai peccato. Sappiamo
che non si trovò nessuno.
COMPRENDO LA PAROLA
Adulterio.
La donna sposata sorpresa con un altro uomo
veniva portata in un luogo pubblico e immediatamente giudi-
cata e uccisa a sassate. Chiunque poteva partecipare
all’esecuzione della pena.
Alla prova.
Scribi e farisei vogliono tendere un tranello a Gesù: se assolve la donna si
pone contro la Legge; se la condanna perde la simpatia del popolo.
Getti per primo.
Secondo la Legge, toccava ai testimoni l’onore e l’Onere di scagliare la prima pietra (Dt 17,7)!
Neanch’io ti condanno.
Gesù ha appreso la misericordia dal Padre. Conosce le debolezze
dell’umanità, pur senza negare la loro negatività.
Cè ancora tanta vita davanti a quella donna, per fare qualcosa di
buono e per evitare i vecchi errori.
ASCOLTO LA VITA
La Fondazione Delancey nacque a San Francisco negli anni ’70 per recuperare delinquenti ed emarginati. La criminologa che l’ideò scelse una bella zona della città: casette basse ed eleganti, spazi verdi, palestra e teatro, librerie e officina riparazioni varie. Tutte cose costruite e mantenute dagli stessi ospiti. La ricetta era semplice: responsabi lità, fratern ità, futuro.
Ognuno era messo in condizione di prendersi un diploma, imparare tre mestieri e mettere a frutto le sue passate professionalità a favore degli altri. Nessuno era costretto a rimanere. Eppure, superati i primi tre mesi, (lo fa il 70% degli ospiti) quasi tutti restano e sono recuperati alla vita e
alla società. Oggi è presente in varie città degli USA.
PREGO LA PAROLA
Anch’io ho peccato,
Signore.
Ho sbagliato,
tradito,
giudicato.
Ho scordato,
deluso,
insultato.
Ho trascurato,
omesso;
Voltato lo sguardo.
L’ho fatto con gli altri
e l’ho fatto con te.
Potrai perdonarmi?
Mi sembra di udite
la tua risposta,
«Va’, e d’ora in poi
non peccare più»,
MI ATTIVO
La misericordia è forse la più bella qualità di Dio. Quando in famiglia qualcuno sta male, gli altri diventano «ingiusti», cioè non equi: dedicano tutte le attenzioni a lui! È il «misero» che in quel momento ha diritto a qualcosa in più! Così è per l’amore di Dio: non può fare a meno di
moltiplicarsi per chi ne ha più bisogno.
In gruppo proviamo ad attualizzare l’episodio. Come si comporterebbe Gesù oggi con i malfattori, i corrotti, i carcerati? Che cosa li convincerebbe a fare per rimediare al male compiuto?
In settimana farò attenzione a non giudicare e condannare nessuno, soprattutto quando non conosco la situazione che ha portato quella persona ai suoi sbagli.
Fonte: Dossier Catechiesta – Aprile 2019 pag. 56
L’abbonamento per l’anno catechistico 2018-2019 comprende 8 numeri (settembre 2018-maggio 2019) + l’agenda del catechista + due poster.
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