3a domenica di Pasqua «C»
Rito ambrosiano • 3a dom. di Pasqua C: Gv 8,12-19.
La domenica di Pasqua le donne sono al sepolcro di buon mattino per trattare il cadavere di Gesù. Non riescono a immaginarlo vivo, nonostante Lui l’avesse predetto. E neppure ci credono gli Apostoli, nonostante i segni presso il sepolcro e la testimonianza delle donne. Sì, ci vuole fede per
accogliere l’annuncio della Pasqua.
Ma ti cambia la vita.
COMPRENDO LA PAROLA
Sulla riva.
L’episodio dell’apparizione in Galilea ricorda in molti particolari altri momenti del tempo trascorso da Gesù con i discepoli, nella sua vita terrena.
Discepolo che Gesù amava.
Molti studiosi della Bibbia hanno visto in lui levangelista Giovanni, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo. In ogni caso si tratta del «modello» di buon discepolo, che difatti è il primo a riconoscere il Signore.
Fuoco.
Era consuetudine mangiare pesce alla brace. L’immagine diventa il simbolo del Regno di Dio. Ora Gesù si aspetta che i suoi amici non Lascino
spegnere questo fuoco, ma dalla brace divampi ancora più rigoglioso.
Prese… diede.
Anche questi verbi non sono casuali, e ricordano gli episodi della moltiplicazione dei pani e dell’istituzione dell’Eucaristia, che Giovanni
non aveva precedentemente raccontato. In questo modo richiama uno dei cardini della vita comunitaria dei cristiani.
ASCOLTO LA VITA
Una sera, attorno al fuoco, i giovani del campo estivo parrocchiale discutevano animatamente. Su Cristo erano d’accordo, ma sulla Chiesa no. Qualcuno la trovava vecchia e lontana. Qualcuno ne ricordava i periodi bui e le sue malefatte. Qualcuno La difendeva giusto per far piacere al don. Altri, con l’entusiasmo tipico dell’età, immaginavano di rifondarla. Il prete, in silenzio, osservava l’allegro falò. Quando chiesero il suo parere, prese un pezzo di legno ardente dal fuoco e andò a depositarlo a qualche
metro. In pochi secondi il tizzone si spense, mentre gli altri continuavano a bruciare e a riscaldare i presenti. «Da soli ci si spegne», disse senza nulla aggiungere, perché tutti avevano capito.
PREGO LA PAROLA
Sull’altare, nell’ostia consacrata
ti riconosco: sei il Signore!
Se ascolto La tua Parola di vita
ti riconosco: sei il Signore!
Quando sento l’amore
di chi mi vuol bene davvero
ti riconosco: sei il Signore!
Quando vedo col cuore
la tenerezza di un piccolo
o la fatica di un povero
ti riconosco: sei il Signore!
Quando ammiro
la bellezza della natura
o te opere meravigliose
dei grandi e dei saggi
ti riconosco: sei il Signore!
MI ATTIVO
Quando Pietro capisce che il Signore è vicino non indugia: si tuffa immediatamente, gli va incontro pieno di gioia. È così per noi? Siamo felici e desiderosi di incontrarci con Lui, ad esempio di domenica in chiesa?
In gruppo facciamo un elenco di ciò che il Signore ci offre ogni giorno per
nutrire la nostra vita: il cibo, l’amicizia, La possibilità di imparare e amare…
Gesù ci attende sempre sulla riva. Ci ascolta, ci fa riposare, ci nutre con il suo cibo interiore. Tocca però a noi uscire dal “mare” delle nostre attività e muoverci verso di Lui. In settimana vogliamo rinnovare l’appuntamento giornaliero con Lui, nella preghiera sincera.
Fonte: Dossier Catechiesta – Maggio 2019 pag. 52
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