Commento al Vangelo per bambini e ragazzi del 31 Marzo 2019 – Dossier Catechista

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4a domenica di Quaresima «C»

Rito ambrosiano • Domenica del cieco, 4a di Quaresima – Gv 9,1-38b

Che padre meraviglioso è Dio! Dà subito ciò che ha ai suoi figli. Li lascia liberi di usare i suoi doni a loro piacimento. Se si perdono, attende con fiducia il loro ritorno. Corre loro incontro e non fa mancare il suo bacio
e il suo abbraccio. Qualsiasi cosa abbiano fatto, lui li considera sempre suoi figli. Fa festa grande quando chi si è smarrito è ritrovato.

COMPRENDO LA PAROLA

Patrimonio

Secondo la legge ebraica al secondo figlio spettava un terzo dei beni mobili, mentre gli immobili andavano al primogenito (Lv 25,23ss).

Nel bisogno.

II cambiamento del figlio è dettato dalla situazione; al di là della fame, pascolare i porci era il massimo della degradazione per un ebreo, perché erano considerati animali impuri (Lv 11,7).

Mi alzerò.

Questa è la decisione più importante: sollevarsi dal fango del peccato, che in fondo nasce dal rifiuto del legame col Padre.

Vestito, anello, sandali.

Sono i simboli della sua riabilitazione: il vestito migliore è il massimo onore, l’anello è il reintegro nella famiglia, i sandali sono la libertà restituita (gli schiavi erano scalzi).

Festa

È la scelta che il fratello maggiore non riesce a comprendere, perché non ama.  L’amore è sempre misericordioso.

ASCOLTO LA VITA

Don Gianfranco Laiolo, che ha dedicato la vita al recupero di tossicodipendenti e sbandati nei quartieri difficili di una grande città, racconta di una sera in cui un ragazzo con problemi di droga, cacciato di casa dai genitori, dopo avergli parlato a lungo della sua vita grama, gli
chiese come mai aveva voluto «perdere tempo» appresso a lui. AI don venne da rispondere che, come Gesù, era convinto che Dio fosse un padre misericordioso come quello raccontato nella parabola. II ragazzo non l’aveva mai sentita, e il don, gliela raccontò. Quando ebbe finito il ragazzo si sciolse in un pianto e gli disse: «In vita mia non ho mai sentito niente di
più bello».

PREGO LA PAROLA

Padre,
anch’io ho peccato.
Sono stato egoista e pigro,
adirato e manesco,
sciocco e geloso.
Sono stato distratto, ingrato
e lontano da te.
Sono stato triste e deluso
per colpa mia.
Ho sbagliato,
ora Io capisco.
Eppure tu mi vuoi bene,
come sempre.
E aspetti sempre
che io ne voglia a te.

MI ATTIVO

Il peccato non necessita di un’ulteriore punizione da parte di Dio, perché porta sempre con sé conseguenze negative, per noi e per gli altri. Facciamo degli esempi in gruppo per renderci conto della responsabilità che abbiamo per ogni nostra scelta, giusta o sbagliata che sia.

Dio vuole sempre fare pace con noi. Ma spesso sono gli esseri umani a non
voler fare pace con lui! Si scoraggiano o gli affibbiano le proprie colpe. Peccato: Lui non ha altro interesse che la loro gioia.

Mi preparo seriamente al sacramento della Riconciliazione in vista della Pasqua, per incontrare il Signore.


Fonte: Dossier Catechiesta – Marzo 2019 pag. 59

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