1a domenica di Quaresima «C»
Dt 26, 4-10; Sal 90; Rm 10, 8-13; Lc 4, 1-13
Rito ambrosiano • Domenica all’inizio di Quaresima, 1a di Quaresima – Mt 4,1-11 come nella 1a dom. di Quaresima A, in Dossier Catechista marzo 2011, 2014, 2017
Lo Spirito Santo condusse Gesù nel deserto. Lì il diavolo giocò tutte le sue tentazioni, cercando di strappare Gesù dalla fiducia e dalla devozione filiale in Dio. La nostra Quaresima si rifà a quei quaranta giorni per fare in modo che anche noi, come Gesù, scegliamo risolutamente il bene nella nostra vita.
COMPRENDO LA PAROLA
Quaranta.
Nella Bibbia questo numero è simbolico, indica «tutto il tempo necessario».
Diavolo.
È la figura biblica avversaria di Dio, che tenta gli esseri umani per coinvolgerli nella causa del male. La parola greca da cui deriva indica divisione o separazione da Dio,ma anche tra esseri umani e in se stessi. In questo caso il diavolo è ben consapevole di chi è Gesù, ma gioca ugualmente le carte della ricchezza, del potere e del successo.
Sta scritto.
Le tre risposte di Gesù alle tre tentazioni sono citazioni della Sacra Scrittura. Il Figlio di Dio non viene sulla Terra per cancellare la sua Parola, ma per renderla viva e compiuta. La vita di Gesù sarà sempre ancorata alla volontà del Padre.
Prova.
È la vita stessa a metterci alla prova, cioè a richiederci da che parte vogliamo stare, che cosa vogliamo fare dei doni ricevuti, quale livello di fiducia riponiamo in Dio.
ASCOLTO LA VITA
Alcuni anni fa il vescovo di Locri, GiancarIo Bregantini, prese esempio dalle colture dei frutti di bosco della sua terra dòrigine, il Trentino, e lanciò nella sua diocesi un consorzio di cooperative per la produzione di lamponi, mirtilli, more e ribes tutto l’anno. Così diede lavoro in una terra povera a mille persone. La ‘ndrangheta provò a ostacolare il progetto, avvelenando l’acqua delle cisterne e facendo morire diecimila piantine; ma nessuno si è fatto vincere dallo sconforto. Mons. Bregantini, prima di entrare in seminario, aveva fatto l’operaio a Porto Marghera e in una fonderia di Verona: sapeva quanto sono importanti pane e lavoro; quanto ogni giovane sottratto alle tentazioni dell’ozio e della delinquenza sia una grande vittoria.
PREGO LA PAROLA
Scusa, Signore.
Non sempre sei fiero
di ciò che faccio, dico, penso.
A volte sento
una voce dentro
che assomiglia a quella
della mamma o della maestra;
mi suggerisce di fare bene,
ma io mi giro dall’altra parte.
A volte mi perdo,
discuto e sbaglio.
A volte mi accorgo
di ciò che potrei fare,
ma sono pigro e mi fermo.
Stammi vicino, o Dio,
pure quando mi rimproveri.
So che lo fai per me.
MI ATTIVO
La pubblicità ci presenta le tentazioni come qualcosa di buono, di vantaggioso, di furbo. In realtà ci presenta beni illusori. Moltiplicare ciò che possediamo o farne un uso smodato ci rende davvero migliori e più felici?
Per qualcuno il diavolo è un tipo simpatico e attraente. Spesso, però, nasconde le sue vere intenzioni e la fine che facciamo. Riflettete in gruppo sul personaggio di Lucignolo della storia di Pinocchio e notate quanto il libro di Collodi sia ancora attuale.
In settimana provo a individuare la tentazione più grande della mia vita e
come posso ridurre la sua incidenza per non ripetere gli stessi errori.
Fonte: Dossier Catechiesta – Marzo 2019 pag. 56
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