Commento al Vangelo di lunedì 25 dicembre 2017 – Comunità Monastica Ss. Trinità

Eucaristia nella notte

La colletta della Messa nella notte, nella sua invocazione iniziale, offre il criterio interpretativo per le letture che vengono proclamate: «O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo…». Questa luce, che rifulge su un popolo che cammina nelle tenebre e abita in terra tenebrosa (cfr. Is 9,1), apporta la salvezza, consentendoci di vivere con giustizia e purezza di cuore in questo mondo, nell’attesa che la nostra speranza si compia nella piena manifestazione di Gesù Cristo (cfr. Tt 2,11-14). La nascita di Gesù illumina gli uomini e orienta il loro cammino verso il pieno compimento. Come ogni celebrazione liturgica anche il Natale ci consente di camminare nell’oscurità rischiarandola con due fonti luminose: in primo luogo, la memoria della storia della salvezza, le cui mirabilia Dei si ricapitolano nella nascita di Gesù; in secondo luogo, l’attesa del futuro di Dio, di cui questa nascita garantisce il compimento. Occorrono tuttavia occhi giusti per riconoscere questa luce, perché essa certo rifulge nelle tenebre, ma in un modo molto discreto e impercettibile, secondo modalità e stili che sono tipici della sapienza di Dio, non dell’ovvietà umana. Il vangelo di Luca insiste su questo aspetto.

L’evangelista infatti è molto succinto nel raccontare l’avvenimento. Gli basta un versetto: «Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio» (v. 7). Più che fare un racconto, Luca ci dà una notizia. Delude in questo modo la nostra curiosità, che vorrebbe saziarsi di molti altri particolari e dettagli, che provvederà la letteratura apocrifa a inventare. L’evangelo è invece molto sobrio nel raccontare l’evento, mentre appare ridondante nel descrivere le circostanze che lo incorniciano e i segni che lo accompagnano. Dietro questo modo di narrare si cela un’intenzione preziosa: a Luca non interessa soltanto raccontare ciò che accade, ma offrire delle indicazioni per comprenderne il senso, come pure suggerire gli atteggiamenti che consentano di accoglierlo. Se non hai un criterio interpretativo per capire e non vigili sull’apertura di un’accoglienza, la luce risplende ma invano, e non per te. La pagina evangelica può infatti essere facilmente suddivisa in tre quadri: nel primo (vv. 1-7) c’è la notizia della nascita inserita nella sua ambientazione storica; nel secondo (vv. 8-14) abbiamo l’annuncio angelico ai pastori, che svela il senso dell’avvenimento; nel terzo (vv. 15-20), riservato alla Messa dell’aurora, ci sono le reazioni a quanto accade: dei pastori, dei presenti, di Maria. La nascita di Gesù è un avvenimento che come ogni altro evento umano si inserisce in una storia precisa, ma è solo l’angelo (vale a dire la parola di Dio) a svelarne il significato nascosto perché possa essere accolto da ognuno di noi.

Questi tre quadri sono tra loro connessi da un filo rosso: in ognuno di essi si ripete la medesima immagine, quella del bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia (vv. 7.12.16). Tale è il segno dato ai pastori (v. 16), occorre perciò passare attraverso di esso per interpretare bene l’evento, comprenderne il senso, accoglierlo nella propria vita.

Nel primo quadro, la nascita di Gesù è inserita nella grande storia del mondo, dominata da Cesare Augusto, che «ordina» su «tutta la terra» e «tutti» si muovono in obbedienza alla sua parola che indice il censimento (vv. 1-3). Nell’antichità un sovrano censiva i suoi sudditi per due motivi: riscuotere le tasse e averli disponibili per la guerra. Attraverso il censimento consolidava il suo potere economico e militare. È Augusto il signore della storia, o così pare: se Gesù nasce a Betlemme e non altrove è a motivo della sottomissione di Giuseppe e Maria al suo comando. Eppure in questo modo si compiono le profezie, secondo le quali il Messia atteso doveva nascere nella città di Davide (cfr. Mi 5,1-2). Di fatto non è Augusto, ma Dio il vero Signore della storia che guida con l’efficacia della sua Parola, anche se secondo criteri completamente diversi dai nostri. Augusto «ordina», Dio invece regna attraverso questo bambino impotente, incapace di parlare e di agire, deposto non su un trono regale ma in una mangiatoia, bisognoso di essere avvolto in fasce dall’amore di una madre.

Nel secondo quadro c’è l’annuncio dell’avvenimento e lo svelamento del suo significato. L’atmosfera cambia e si riveste di elementi prodigiosi: c’è una grande luce, visioni e parole di angeli, il timore dei pastori… Tutto sta a dire che per comprendere il significato di quanto è accaduto è necessaria una rivelazione dall’alto (cfr. vv. 15.20). «Oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (v. 11). I pastori lo dovranno riconoscere in un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia. Questo segno prefigura già la Croce: il bambino è fasciato come sarà fasciato il corpo del Crocifisso; è deposto in una mangiatoia e il verbo che qui Luca usa ritornerà nella scena della deposizione nel sepolcro (cfr. Lc 23,53). L’oggi della salvezza, che per la prima volta risuona nell’evangelo di Luca in bocca agli angeli, lo ascolteremo per l’ultima volta sulle labbra di Gesù, nelle parole rivolte al ladrone: «Oggi con me sarai nel paradiso» (Lc 23,43). C’è qui tutto il senso del Natale: Gesù nasce per noi e condivide la nostra condizione umana affinché noi possiamo essere con lui nel regno del Padre, condividendo la sua condizione filiale. Dal per noi al con lui, ecco la parabola dell’incarnazione!

Infine, nel terzo quadro, ci sono le diverse reazioni davanti al segno: lo stupore dei presenti, la lode e la glorificazione da parte dei pastori, il silenzio meditativo di Maria. Lo stupore e la lode si compiono in questo silenzio che accoglie, confronta, medita, crede. Quello di Maria è lo sguardo necessario che consente di riconoscere nella debolezza di questo segno la luce vera che illumina le tenebre del mondo.

Fonte: Monastero Dumenza

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Santo Natale – Anno B

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Lc 2, 1-14
Dal Vangelo secondo Luca

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. 8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 24 – 30 Dicembre 2017
  • Tempo di Avvento IV
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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