Prima lettura: Is 60,1-6 Seconda lettura: Ef 3,2-3a.5-6 Vangelo: Mt 2,1-12
Cercatori di Dio
I magi che arrivano dallโOriente con i loro doni hanno davvero segnato la fantasia degli uomini nella storia: forse per quel non so che di esotico che portano con sรฉ, tutti siamo rimasti affascinati da queste strane figure del Natale e nel cuore portiamo lโimmagine infantile delle statuine da aggiungere il giorno dellโEpifania, come ultimo tocco al presepe.
Attenti, perรฒ, a non ridurre lโEpifania ad una favoletta edificante.
Prendiamo con grande serietร il racconto di Matteo, che รจ anzitutto sintesi teologica, messaggio di fede, senza perรฒ dimenticare i parecchi appigli storici che vi si riscontrano.
Mosaico biblico
A chi conosce bene la Bibbia (ah, se fossimo tra questi!) salta subito agli occhi il mosaico di allusioni e di riferimenti che compongono questo testo.
Lโintento di Matteo รจ chiaro.
Lui, ebreo, scrive il suo Vangelo per una comunitร di ebrei-cristiani e desidera spalancare loro lo sguardo: il Messia รจ venuto ed รจ veramente lโatteso delle genti, non soltanto il pastore di Israele.
Come ogni piccola comunitร che deve sopravvivere in mezzo a culture aggressive, lungo la propria storia Israele si era rinchiusa come minoranza blindata allergica allo straniero, perdendo lo smalto primigenio e dimenticando di essere il popolo che doveva portare a tutti i popoli il volto del Dio misterioso che si era raccontato ad Abramo e ai padri.
E, stupore!, Tra i primi ad accogliere il Messia sono sรฌ gli israeliti, ma i dimenticati, i poveri: Maria, Giuseppe, i pastori. Dio non viene accolto dal potente partito dei sadducei, non dal Sommo Sacerdote o dai farisei, i devoti tra i devoti.
E, stupore!, gli stranieri, i reietti, i โnon-popoloโ, i โcaniโ riconoscono il volto di Dio. Dio vuole svelarsi a tutti, vuole raggiungere ogni uomo, ogni nazione. Lโintento di Matteo, dicevamo, รจ lineare: Gesรน รจ venuto per essere riconosciuto da ogni popolo, qui raffigurato dai misteriosi magi dโOriente.
Ma cโรจ di piรน: il grande Levi pubblicano, diventato scriba del regno, riesce a tirar fuori dalla sua penna alcune sottolineature per me scrivo e per te che leggi con passione.
Maghi e maghetti
I magi erano degli astrologi orientali, probabilmente ricchi, in modo tale da potersi permettere di seguire il proprio hobby, e proprio un evento cosmico (la nascita di una stella? una congiunzione astrale?) li aveva fatti partire.
La teoria era semplice: ad un evento siderale doveva corrispondere un evento terreno. Cosรฌ il loro viaggio li porta naturalmente a cercare un re nella vicina terra di Palestina.
E qui incontrano il re-fantoccio Erode, tanto crudele e cinico da poter vivere suddito di Roma e costruire comunque un piccolo impero. Erode si sbalordisce: che ne sa lui delle vecchie teorie dei creduloni? Il messia? Il nuovo Davide? Ma era lui adesso il re!
Erode diventa improvvisamente devoto e cerca una risposta in chi la Scrittura la conosce bene.
Gli scribi danno la risposta esatta: il Messia doveva discendere dalla casa di Davide e quindi nascere nella cittร del pane, Betlemme, pochi chilometri a sud di Gerusalemme.
Quale pensiero avrร attraversato la mente dei magi? Un re, quindi, non cโera? E cosโera questa storia del mandato da Dio? La stella riappare e gioiscono! Arrivano a Betlemme e si prostrano davanti alla madre e al bambino, offrendo i loro doni perlomeno curiosi.
Di piรน
Matteo ci sta dicendo: โSe vuoi davvero scoprire la presenza devi metterti in viaggio, anche se non รจ la fede che ti motivaโ.
I magi sono non-credenti, cercano la veritร , una risposta alle loro teorie, seguono una stella che li porti a confermare la loro ricerca.
Sono onesti, si mettono in gioco, si lasciano interpellare anche da idee diverse (le Scritture per loro eranoโฆ arabo!) e alla fine trovano Dio. Sono lโimmagine โ questi strani orientali โ di tutti quegli uomini e quelle donne che vogliono scoprire il senso della loro vita, dei tanti che nella storia hanno cercato nellโarte, nel pensiero, nella civiltร , le tracce della veritร .
E che alla fine trovano Dio.
ร splendido ciรฒ che Matteo afferma: una ricerca onesta e dinamica della veritร ci porta fin davanti alla grotta dove Dio svela il suo tenero volto di bambino.
Non troveranno mai il Messia Erode e i sacerdoti e gli scribi. Erode considera Dio un avversario, un concorrente: se Dio cโรจ gli ruba il posto.
Quanti ne conosco di Erodi! Quelli che pensano che Dio sia la negazione dellโuomo e il cristianesimo la morte della felicitร umana (noi cristiani qualche responsabilitร ce lโabbiamo, ma questo รจ un altro penoso discorso!).
E gli scribi? Turisti del sacro, dotti conoscitori della Scrittura, vanno a Messa tutte le domeniche (anzi piรน volte a settimana), fanno la preghiera quotidiana e seguono un corso biblico.
Sanno, conoscono tutto di Dio.
Da Gerusalemme a Betlemme ci sono pochi chilometri.
E boia se escono dal loro palazzo! Conoscono Dio sulla carta, nella loro mente illuminata, ma non nel loro cuore.
Eccoli
Eccoli davanti alla grotta i cercatori di Dio, che offronoโฆ che cosa?
Offrono allโinfante dei regali improbabili (ci sarร dietro la forzatura teologica di Matteo?), pieni di veritร e di stupore: offrono lโoro per chi riconosce nel bambino il re; lโincenso per chi riconosce nel bambino la presenza di Dio; eโฆ la mirra? Che regalo di pessimo gusto! Lโunguento usato per imbalsamare i cadaveri!
Questo bambino giร vive la contraddizione della morte, del rifiuto, del dono totale di sรฉ.
E noi? Voglia di essere un poโ Magi?