Battesimo del Signore
Battesimo del Signore, domenica cerniera: si conclude il tempo natalizio, inizia quello ordinario. Abbiamo appena terminato di celebrare la nascita di Gesù e già lo ritroviamo adulto, alla sua prima manifestazione pubblica; si passa dal ruvido calore del presepio all’acqua rigeneratrice del Giordano. Di fatto, oggi siamo invitati a saldare in unità il nostro sguardo sull’unica esistenza di Gesù, a tenere insieme gli inizi della sua vita, solo apparentemente sereni — nascita in viaggio lontano da casa, trasferimento forzato in Egitto, strage degli innocenti! —, con la sua esigente maturità, accompagnandolo nel suo cammino di crescita umana e spirituale.
Un elemento fisico si impone nelle letture che la liturgia oggi ci propone: l’acqua. Sempre più oggetto oggigiorno di interessi anche economici, l’acqua è quanto di più necessario alla nostra esistenza: per dissetarci, lavarci, irrigare. Può così diventare veicolo privilegiato per rappresentare il nostro desiderio di essenzialità e verità.
Nella prima lettura il profeta Isaia ci invita a prendere coscienza della nostra insopprimibile fame e sete di autenticità e quindi a scegliere di alimentare la nostra vita con quanto il Signore mette a disposizione, gratuitamente, per tutti. Ci sono, infatti, cibi che non saziano, forse neanche nutrono: certamente non fanno crescere. Sappiamo, desideriamo porgere l’orecchio del nostro cuore a questa parola antica, ascoltare per vivere?
L’acqua è soprattutto presente nella scena narrataci nell’evangelo, dove incontriamo di nuovo un altro profeta, Giovanni, che ridesta la nostra attenzione e la nostra curiosità annunciando la venuta di una figura forte, più forte anche di lui… Giovanni sta battezzando, sta cioè compiendo un rito simbolico che traduce in gesto esteriore il desiderio di purificazione, di cambiare la propria esistenza: si annega una parte di sé per lasciar spazio ad altro. La figura che Giovanni annunzia non avrebbe battezzato solo con acqua ma con lo Spirito Santo, nella potenza di Dio.
L’austera persona di Giovanni e il suo incisivo messaggio mettono pertanto negli ascoltatori, anche in noi, l’aspettativa di una immensa forza che sta per giungere. Di fatto, il personaggio atteso è lo sconosciuto Gesù, proveniente da un modesto villaggio della Galilea, Nàzaret. Ma costui sembra ben distante dalle parole che lo hanno annunciato. Anziché compiere gesti di potenza che lo separano dalle altre persone, si incolonna con chi sente il bisogno di manifestare anche pubblicamente la propria inadeguatezza e con loro riceve — anziché amministrarlo! — un battesimo. Si associa ai peccatori desiderosi di vedere agire in sé l’azione di Dio e si ‘lascia fare’. Che contrasto! Non è l’entrata in scena di un potente, di un personaggio, di un forte, anzi, di uno più forte di altri… È un inizio molto defilato, che apre però a insospettate novità.
Infatti, appena battezzato, appena cioè Gesù ha accettato e scelto per la propria vita questa dinamica di morte e rinascita, riceve addirittura dal cielo una conferma al proprio stile di vita. I cieli letteralmente si strappano: sembra che Dio abbia urgenza di far pervenire a Gesù tutta la sua stima, la sua benevolenza e predilezione, di fargli giungere la sua stessa forza: lo Spirito Santo.
L’autentica forza di Dio non è però muscolare (tale da annientare magari chi non è in linea con noi), non è neanche la sola buona volontà: è la tenacia di chi si pone alla ricerca dei segni della presenza di Dio in uno stile di condivisione, di solidarietà con i più poveri e lontani. Cosa avrà capito, pensato, provato Gesù? Chissà… Di fatto cercherà subito di approfondire questo dialogo che Dio ha voluto aprire con lui trascorrendo un tempo intenso in un luogo adatto, il deserto. Qui certamente elaborerà i primi passi del suo ministero pubblico ma soprattutto assumerà in modo irrinunciabile uno stile di vicinanza, che «il Padre», come più tardi egli chiamerà Dio, gli conferma in modo solenne.
Cosa davvero colma la nostra sete di rendere piena la nostra vita? Il Messia forte annunciato da Giovanni o quello più forte incarnato da Gesù? Quale acqua ci disseta davvero? Davvero una parola inattesa, inaudita quella che il racconto evangelico oggi ci riporta. Che segna vistosamente
come le nostre vie non siano quelle di Dio! Eppure sono quelle che Dio ha scelto per irrigare la terra della nostra esistenza e per farla crescere, maturare fino al suo compimento.
Come con Gesù, Dio ha scommesso su di noi, ‘regalandoci’, nel battesimo, il suo Spirito, la sua ‘forza’ di condivisione. La parola di Dio ci dà la possibilità di rendere attiva la morte e risurrezione in cui siamo stati battezzati, di far sì che la nostra vita sia davvero trasformata come quella di Gesù in una solidarietà mite e discreta, ma efficace e autentica.
Fonte: Monastero Dumenza
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
DELLA DOMENICA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 7 Gennaio 2018 anche qui.
Battesimo del Signore – Anno B
- Colore liturgico: Bianco
- Is 55, 1-11;
- da Is 12;
- 1 Gv 5, 1-9;
- Mc 1, 7-11
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Mc 1, 7-11
Dal Vangelo secondo Marco
7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». 9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 07 – 13 Gennaio 2018
- Tempo Ordinario I
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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