VEGLIATE! VIENE IL SALVATORE
Allโinizio del nuovo anno liturgico, piรน precisamente allโinizio dellโAvvento, chiediamoci: quali sono i desideri che porto dentro di me? Noi siamo un fascio di desideri vari e anche contraddittori. Ma qual รจ il desiderio dominante? ร molto importante che riusciamo a definire quel che desideriamo, a dargli un nome e a smascherare il fondo del nostro animo. Venendo alla Messa di questa domenica, che cosa ci aspettiamo? E allargando lโorizzonte fino a comprendere anche quelli che vivono nella nostra societร , pur non essendo cristiani, ritorna la domanda: che cosa desidera la gente con la quale ci incontriamo ogni giorno? Forse non andiamo errati se diciamo che noi tutti desideriamo โvivere ed essere feliciโ. Ma la vita e la felicitร non sono esattamente quel che la Bibbia chiama la โsalvezzaโ? E noi, allora, desideriamo essere salvati?
Il desiderio di Gesรน
Le prime comunitร cristiane erano attraversate da impetuose ventate di fanatismo escatologico, per cui si era convinti della imminente venuta finale del Signore. Ma cโera anche chi, invece, cedeva a un atteggiamento di indifferenza verso il futuro del ritorno di Cristo, tendendo a fare della vita cristiana un modo di vivere ordinato privo di tensione escatologica. Sia gli evangelisti sia lโapostolo Paolo sono molto attenti ad evitare questi due scogli: sia il fanatismo sia lโindifferenza.
Nel brano marciano di questa domenica che fa parte del cosiddetto โdiscorso escatologicoโ di Gesรน, lโevangelista presenta un tale che รจ partito per un lungo viaggio, ma che tornerร certamente. Si tratta della venuta finale del Signore, non imminente, ma nemmeno lontana: egli tornerร allโimprovviso. Non si puรฒ vivere, dunque, come se non tornasse, ma nemmeno come se fosse alla porta e perciรฒ non valesse la pena darsi da fare nellโattesa del ritorno.
Il padrone di casa, infatti, ha โdato il potere ai suoi serviโ e โa ciascuno il suo compitoโ. ร qui adombrato, nella parabola, il potere che Gesรน ha dato ai suoi discepoli e la missione che ciascuno di essi ha ricevuto. Nellโattesa del padrone, i โserviโ, ossia i discepoli del Signore, devono esercitare il potere e svolgere i compiti affidati dal loro Signore. Soltanto cosรฌ essi sono veramente โvigilantiโ, pronti allโincontro col Signore. Non si puรฒ attendere la venuta del padrone di casa restando a braccia conserte, con le mani in mano. Il desiderio dellโincontro col Signore deve essere unโattesa operosa e dinamica, perchรฉ solo cosรฌ si adempiono i desideri del Signore. Ricordiamo lโaneddoto che narra come un giorno un pio ebreo chiese al suo maestro: โChe cosa faresti se tu sapessi che il Messia arriva fra pochi istanti?โ. E il saggio rabbino rispose: โContinuerei a fare quello che sto facendoโ.
LโAvvento, che iniziamo con questo brano evangelico, รจ il tempo della responsabilitร , il tempo dellโimpegno e dellโattivitร , รจ il tempo della vigilanza operosa e non dellโattesa inerte e pigra. Andiamo dunque incontro al Signore con la nostra vita, le nostre respon-sabilitร quotidiane, le nostre fatiche professionali, con il nostro impegno fattivo e generoso. Gesรน ci avverte che non sappiamo quando sarร โil momento precisoโ del nostro incontro finale e definitivo con lui e ci esorta a vigilare: ciรฒ vuol dire che dobbiamo lasciar decidere a lui la fine della nostra vita, ma nello stesso tempo dobbiamo essere attivi e operosi nella โsuaโ casa, nella quale egli ci ha giร fatto entrare dandoci potere e compiti. Soltanto se resteremo fedelmente, qui e ora, nella sua casa, potremo restarci per sempre.
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Il desiderio di essere salvati
Lโattesa del Signore assume, per ogni uomo, la caratteristica del desiderio di essere salvati. Si dovrebbe allora gridare col profeta: โSe tu squarciassi i cieli e scendessi!โ (Is 63,19). Chi grida cosรฌ era un profeta del periodo postesilico, cioรจ dopo il 538 a.C., quando il popolo ebraico era ancora sbandato e brancolante nel buio della catastrofe che era caduta su Israele. Quello era il tempo in cui occorreva restaurare socialmente e religiosamente la comunitร israelita. E il profeta deve incoraggiare gli sfiduciati, sostenere i delusi, dare speranza ai disperati: con tutti costoro egli prega: โRitorna, Signore, per amore dei tuoi servi, per amore delle tribรน, tua ereditร โ (Is 63,18). ร il desiderio di Dio, della sua azione salvifica.
Ma il desiderio di salvezza suppone il riconoscimento della propria condizione di peccato: โSiamo divenuti tutti come cosa impura e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia: tutti siamo avvizziti come foglieโ (Is 64,5). La radice del peccato รจ lโabbandono della ricerca di Dio: โNessuno invocava il tuo nome, nessuno si riscuoteva per stringersi a teโ (Is 64,6). La confessione dei peccati รจ il primo passo per intraprendere il cammino incontro al Signore: โAbbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelliโ (Is 64,4).
Non si tratta di una confessione dei peccati che chiuda in se stessi, nella sfiduciata desolazione della propria miseria, ma di un anelito di ripresa che si fonda sulle sempre nuove possibilitร di Dio: โTu Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentoreโ (Is 63,16). Non per i nostri meriti, ma perchรฉ Dio รจ padre e redentore si puรฒ e si deve sperare un rinnovamento. Noi restiamo, anche se peccatori, โopera delle mani di Dioโ (Is 64,7) e Dio non dimentica le sue creature. La speranza di un futuro nuovo, di un inizio qualita-tivamente diverso non dipende, dunque, da noi, ma da Dio.
LโAvvento รจ il tempo di desiderare la salvezza. Ce lo fa dire il ritornello del salmo responsoriale: โFaโ splendere il tuo volto e salvaci, Signoreโ. Siamo noi capaci di domandare la salvezza? Desideriamo davvero di essere salvati? Siamo convinti che soltanto Dio puรฒ darci la vita e la felicitร ?
Nel brano paolino (1 Cor 1,3-9) lโapostolo ironizza duramente sulla autosufficienza dei Corinzi, che si ritenevano โarricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienzaโ (1 Cor 1,5). Addirittura lโironia di Paolo รจ assoluta: โNessun dono di grazia piรน vi mancaโ (v. 7). Nel corso della lettera risulterร poi che mancano invece molte cose perchรฉ i Corinzi possano vantarsi di essere perfetti cristiani. Ma qui Paolo li prende in giro! Ai Corinzi manca soprattutto la qualitร piรน importante: โessere di Cristoโ (1 Cor 3,23). Dio solo infatti โvi confermerร fino alla fineโ (v. 8), cioรจ fino al giorno della sua venuta o manifestazione; lui che ci ha chiamati alla comunione col Figlio suo, puรฒ e vuole renderci โirreprensibiliโ.
I nostri desideri di salvezza, se non sono radicati nella coscienza dellโiniziativa assoluta di Dio salvatore, non sono che velleitร irrisorie e sogni che presto svaniscono. Non ci prepariamo allโincontro finale col Signore soltanto coi doni della parola e della scienza, cioรจ parlando molto e forse anche bene, ma soprattutto confidando nella potenza ed efficacia della sua azione salvifica. Il desiderio di essere salvati รจ autentico e valido se รจ anche consapevole che soltanto Dio puรฒ salvarci. Significa: attendere soltanto da Dio la salvezza.
Tratto da โOmelie per un anno 1 e 2 โ Anno Aโ โ a cura di M. Gobbin โ LDC
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I Domenica di Avvento โ Anno B
- Colore liturgico: Viola
- Is 63, 16-17.19; 64, 1-7; Sal.79; 1 Cor 1, 3-9; Mc 13, 33-37
Mc 13, 33-37
Dal Vangelo secondo Marco
33Fate attenzione, vegliate, perchรฉ non sapete quando รจ il momento. 34ร come un uomo, che รจ partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerร , se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo allโimprovviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 03 โ 09 Dicembre 2017
- Tempo di Avvento I
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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