Questa è una rielaborazione audio/video sulle letture della Messa di: DOMENICA 25 ottobre 2009 – XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B) a cura di Antonio Di Lieto. Il titolo della Messa, che unifica tutte le letture, secondo l’autore è: Rivedere la luce !
Commento alle Letture
PRIMA LETTURA (dal libro del profeta Geremìa 31,7-9)
Mentre gli ebrei erano deportati e schiavi a Babilonia, il profeta Geremìa li incoraggiava dicendo: “Non disperate, perchè ora siamo al buio: ma presto Dio ci farà RIVEDERE LA LUCE! Anzi cantate: ed esultate di gioia. Lodate il Signore: perché sta per venire a salvarci. Ecco, presto ci radunerà insieme: e ci riporterà a casa. Quel giorno anche le donne incinte correranno per la felicità, gli zoppi salteranno di allegria: ed i ciechi RIVEDRANNO LA LUCE! Siamo partiti piangendo: ma presto Dio ci farà tornare felici. Il Signore ci porterà a dissetarci: nei suoi fiumi ricchi d’acqua. Ci indicherà la strada diritta: per tornare a casa senza inciampi. Perché Dio ci ama immensamente: come un papà ama i Suoi bambini!”.
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 125,1-6)
Il Signore ha fatto per noi cose grandi. Quando ha cambiato le nostre sorti liberandoci dalla schiavitù babilonese, ci sembrava di sognare. La nostra lingua ritornò a cantare: e la nostra bocca a sorridere. Gli altri popoli dicevano: “Dio ha fatto cose grandi per loro!”. Ed è vero: il Signore ha fatto per noi cose grandi. Per questo eravamo pieni di gioia. Mio Dio, cambia ancora le nostre sorti: come i fiumi cambiano la terra arida, irrigandola. Facci essere come il contadino: che semina triste, ma poi raccoglie felice. Infatti quando l’agricoltore esce di buon mattino a seminare, sa che quel giorno non porterà a casa niente: ed è abbattuto. Ma alcuni mesi dopo raccoglie tanti covoni di grano: ed è pieno di gioia. Fà che anche noi, Signore, possiamo tornare a gioire: dopo il buio, facci RIVEDERE LA LUCE !
SECONDA LETTURA (dalla lettera agli Ebrei 5,1-6)
Ogni sacerdote è stato scelto tra gli uomini, per far conoscere agli uomini le cose che riguardano Dio. Ed offrire doni e sacrifici, in riparazione dei loro peccati. Deve quindi saper comprendere quelli che vivono nell’ignoranza e nell’errore, perché anche lui è un uomo: e sperimenta la fragilità umana. Infatti deve offrire sacrifici non solo per i peccati degli altri: ma anche per i suoi. Nessuno poi può nominarsi sacerdote da sè, ma deve essere chiamato a questo da Dio: come accadde ad Aronne. Nemmeno Gesù Cristo si autonominò sommo sacerdote, ma fu Dio Padre a dirgli: “Tu sarai sacerdote per sempre, come lo fu Melchìsedek.”. Ed ancora: “Tu sei mio figlio, uguale a Me: mandato sulla terra, per far VEDERE al mondo LA mia LUCE!”.
VANGELO (Marco 10,46-52)
In quel tempo, mentre Gesù ed i suoi discepoli stavano uscendo dalla città di Gerico, c’era un mendicante cieco: seduto sul bordo della strada. Era figlio di un certo Timèo: e si chiamava Bartimèo. Quando sentì che stava passando Gesù di Nazaret, cominciò a gridare con fiducia: “Ti prego Gesù: abbi pietà di me!”. E più la gente cercava di farlo stare zitto, più lui gridava forte: “Gesù ti prego: aiutami!”.
Gesù sentendolo si fermò e disse: “Chiamatelo: ditegli di venire qui”. Così andarono dal cieco e gli dissero: “Coraggio, vai: Gesù ti sta chiamando!”. Bartimèo si alzò di colpo, buttò via il mantello: e corse da Lui. Quando Gesù lo ebbe davanti, gli disse: “Dimmi: cosa posso fare per te?”. Il cieco rispose: “Maestro, fà che io possa RIVEDERE LA LUCE: puoi salvarmi solo Tu!”. Gesù allora disse con umiltà: “No, è la tua fede che ti ha salvato!”.
Bartimèo aprì gli occhi: e ci VEDEVA. E sentì che anche il suo cuore era cambiato: VEDEVA il mondo con una LUCE diversa. Così lasciò tutto: e decise di seguire Gesù. Si mise al servizio di Colui, che gli aveva aperto gli occhi e l’anima: facendogli RIVEDERE LA LUCE !
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Note: L’autore precisa che, anche se la lettura di queste bellenotizie aiuta a comprendere la prima parte della Messa (Liturgia della Parola), non potrà mai sostituire la seconda parte (Liturgia eucaristica), in cui ci viene data la possibilità di “abbracciare” veramente il Corpo di Cristo.