Il ribaltone della logica evangelica supera le aspettative egoistiche dei nostri affari
Il ribaltone della logica evangelica supera le aspettative egoistiche dei nostri affari, che la categoria degli ultimi prenda il posto dei primi, non solo un contentino domenicale, ma la trasformazione delle società secondo logiche altre che non rispettano i canoni dell’economia del profitto.
Il capitolo 20 di Matteo con questa paradossale parabola ci chiede di fare lo sforzo di uscire dall’abitudine che abbiamo di quantificare il valore delle persone secondo calcoli monetari.
Non nascondiamoci dietro formule di perbenismo, tutti rischiamo di relazionarci con gli altri al lavoro, in sagrestia, a scuola, al supermercato secondo la misura del “quanto” ci guadagno da questa relazione, in termini monetari, di piaceri, di affetto, di possibilità, di “conoscenze”.
A Napoli abbiamo un proverbio “ca’ nisciun fa niente p’ senza nient!”, tradotto sarebbe come dire in ogni cosa che facciamo, relazione istruiamo in fondo abbiamo sempre l’intenzione di “ricavarci”qualcosa, anche minima.
La modalità con la quale questo padrone paga i suoi operai a partire dagli ultimi, sembra ledere ogni forma di giustizia “quantistica”, ogni ora di lavoro ha il suo corrispettivo monetario.
Cerchiamo di farci piacere queste parole sperando che questo accada solo “nelle parabole”, come nelle “favole”, senza considerare l’aspetto pedagogico e umanizzante di tale proposta evangelica.
Il padrone da’ a tutti la stessa paga, ai primi come agli ultimi, mettendo in risalto che parte dagli ultimi, perché tutti vedano che il suo agire e operare ha un’altra intenzione non strettamente legata al lavoro compiuto, ma all’accoglienza della proposta di lavorare in quella vigna, per quel padrone.
Tutti quelli scartati per il lavoro della prima, della seconda, della terza ora, vengono chiamati al lavoro dell’ultima ora, alla fine, quando forse materialmente non c’è più niente da fare.
L’attenzione non è posta dal padrone sulla quantità del lavoro svolto da ciascuno, la paga non corrisponde alla mole di lavoro, ma è l’adesione stessa la vera paga a cui tutti sono chiamati, alla quale tutti rispondono e di cui tutti dispongono.
La buona notizia di questa domenica per me sta proprio qui, nella certezza che Gesù pone al centro del dibattito la modalità inclusiva di tutti, ciascuno nel momento a lui opportuno, e la riposta a far parte di questa vigna, aperta a tutti, anche agli scartati delle prime ore.
Buona domenica a tutti!!
Sr. Myriam (Miriam D’Agostino) del Monastero Benedettino di Sant’Anna – Bastia Umbra
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XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Is 55, 6-9; Sal.144; Fil 1, 20-27; Mt 20, 1-16
Mt 20, 1-16
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 24 – 30 Settembre 2017
- Tempo Ordinario XXV
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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