Commento al Vangelo – Domenica 12 settembre 2010 – Bellanotizia

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Questa è una rielaborazione audio/video sulle letture della Messa di: DOMENICA 2010 – XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C) a cura di Antonio Di Lieto. Il titolo della Messa, che unifica tutte le letture, secondo l’autore è: Perdonare con gioia !

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COMMENTO ALLE LETTURE

PRIMA LETTURA (dal libro dell’Esodo 32,7-11.13-14)

Questa lettura è Parola di Dio. Quindi è Dio che ci parla e ci dice: “Io sono il Signore Dio. E dico a te le stesse parole che dissi a Mosè, quando si trovava sul monte Sinai per ricevere i 10 comandamenti: «Và, scendi a valle dal tuo popolo: e falli tornare alla fede. Da poco infatti li ho liberati dall’Egitto dove erano schiavi, e già si sono allontanati da Me: non ci hanno messo molto a deviare, dalla strada che Io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello d’oro ed ora stanno inginocchiati davanti a questa immagine del Dio-danaro, a dirgli: -Tu sei il nostro Signore! Solo tu puoi renderci liberi!-. Vedi, ho osservato a lungo la tua gente: ed ho visto che hanno proprio la testa dura! Per cui lascia che la Mia rabbia divampi contro di loro: e facciano la fine che meritano. Solo tu infatti, meriti di far parte del mio popolo!».

Ma Mosè non si inorgoglì perché avevo detto che era migliore della sua gente. Anche tu fa come lui, che anzi cominciò a supplicarmi per gli altri dicendo: «Mio Dio ti prego: PERDONALI! Tu ci hai liberati dalla schiavitù egiziana, con la tua mano grande e potente: non puoi distruggere il tuo popolo proprio ora! Non dimenticare che hai promesso ad Abramo, Isacco e Giacobbe, tuoi servi e nostri antenati, che i loro discendenti sarebbero stati numerosi come le stelle del cielo. E che sarebbero giunti in tanti nella terra promessa: possedendola per sempre!». Proprio come feci con Mosè allora, mi lascerò commuovere dalla tua preghiera umile. E non castigherò il mio popolo, come avevo minacciato di fare: anzi lo PERDONERÒ CON GIOIA !”.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 50,3-4.12-13.17.19)

Questo salmo è Parola di Dio. Quindi è Dio che ci parla e ci dice: “Io sono il tuo Dio ed ho pietà di te: perché ti amo. Nella Mia grande compassione, cancello la tua sporcizia: ti lavo da tutte le tue colpe, ti purifico dal tuo peccato. Faccio rinascere in te un cuore pulito: ridandoti un’anima nuova e sicura. Non ti respingo dalla Mia presenza: non ti privo del Mio santo spirito. Anzi faccio in modo che tu possa tornare a lodarmi. Questo è infatti il sacrificio che Io gradisco di più: un cuore pentito. Perchè Io non respingo mai, chi viene a Me con lo spirito mortificato e dispiaciuto. Lo riaccolgo nelle Mie braccia: e lo PERDONO CON GIOIA!”.

SECONDA LETTURA (dalla prima lettera di Paolo a Timòteo 1,12-17)

Questa lettera di Paolo a Timòteo, è Parola di Dio. Quindi è Dio che – per bocca di Paolo – ci parla e ci dice: “Figlio mio, fà come me che ringrazio sempre Cristo Gesù nostro Signore, per la forza che mi dà. È stato Lui infatti a ritenermi degno della Sua fiducia, scegliendomi come Suo servitore: proprio io che sono stato il Suo più grande persecutore, un bestemmiatore ed un violento. Ero lontano dalla fede e non sapevo quello che facevo, ma Lui nella Sua infinita bontà mi ha PERDONATO. Il mio peccato era grande, ma la Sua grazia è stata ancora più abbondante: come la fede e l’amore che mi ha riversato addosso. Una cosa è certa dunque, e tutti la devono sapere: Gesù Cristo è venuto sulla terra per salvare proprio i peccatori. Per questo ha scelto me, che ero il peggiore di loro: per dimostrare a tutti che la Sua bontà è infinita. Quindi onore e gloria a Dio, unico, incorruttibile, invisibile Re dell’Universo. Nei secoli dei secoli: amen!”.

VANGELO (Luca 15,1-32)

Questo passo del vangelo è Parola di Dio. Quindi è Gesù che ci parla e ci racconta: “Spesso si avvicinavano ad ascoltarmi, esattori delle tasse corrotti: e peccatori di ogni altro genere. I dottori della Bibbia ed i farisèi devoti allora, mormoravano alle Mie spalle dicendo: «Vedete? Quello non sta con le persone devote come noi: ma con i peccatori! Addirittura mangia, GIOISCE e fa festa con loro! Frequenta persone cattive: gente perduta!».

Ma io rispondevo: «Se un peccatore perduto si converte, non dovreste essere anche voi pieni di GIOIA e far festa come Me? Scusate, se uno di voi ha un gregge di 100 pecore ed una gli si è perduta, resta con le 99 rimaste o si mette a cercare quella persa? E se la ritrova non se la mette sulle spalle pieno di GIOIA, torna a casa e chiama tutti gli amici per far festa con loro? Quando anche un solo peccatore perso si converte infatti, Io vi assicuro che in cielo si fa una grande festa e c’è moltissima GIOIA: molta di più di quella che si fa per 99 persone devote, che non hanno bisogno di essere ritrovate! Conoscete forse una donna che, se ha dieci monete preziose ed una gli si è perduta, non accende tutte le luci della casa e non si mette a setacciarla finchè non la ritrova? E quando la trova non chiama le amiche e le vicine per far festa con loro: piena di GIOIA? Allo stesso modo anche quando un solo peccatore perso si converte e viene PERDONATO, Io vi assicuro che in cielo si fa grande festa e c’è moltissima GIOIA: perché per Dio, ogni uomo è una moneta preziosa!».

Per far capire meglio come si pone Dio nei confronti dei Suoi figli (sia verso quelli a Lui devoti che verso i peccatori), allora Gesù raccontò questa parabola: – C’era una volta un Padre che aveva due figli: il più grande era stato sempre a lui ubbidiente e devoto, il più giovane invece era disubbidiente e peccatore. Quest’ultimo infatti, divenuto adulto gli disse: “Papà, dammi tutti i soldi che hai messo da parte per il mio futuro: perché voglio partire e godermi la vita!”. Il Padre capì che solo con l’esperienza quello poteva cambiare. Così proprio come fa Dio con gli uomini, lo lasciò libero: e divise i suoi beni tra i due figli. Dopo qualche giorno, il figlio scapestrato fece come aveva detto: prese tutta la sua eredità e partì per un paese lontano. Proprio come fanno i peccatori con Dio, si allontanò dal Padre: e dilapidò nei peccati tutto quello che aveva.

Quando restò senza niente, in quel paese scoppiò una terribile carestia: e si trovò alla fame. Convintissimo di farcela da solo allora, si mise al servizio di un proprietario terriero di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i maiali. Ma la paga era bassissima: e la fame era tanta che arrivò persino a desiderare di poter mangiare le carrube schifose dei porci, se solo il padrone glielo avesse permesso! Fu allora che si rese conto di come si era ridotto: a causa dei suoi peccati. Così tornò in sé e pensò pentito: “I servi di casa mia a quest’ora mangiano in abbondanza: ed io qui invece muoio di fame! Mi alzerò, tornerò da mio Padre e gli dirò: -Papà, ho peccato molto contro Dio e contro di te. Non sono più degno di essere tuo figlio: ti supplico almeno di assumermi come uno dei tuoi servi!-”. Così si alzò e s’incamminò a testa bassa dal Padre: proprio come fanno i peccatori quando tornano a Dio dispiaciuti.

Quando il Padre da lontano lo vide arrivare, proprio come fa il Signore con i peccatori che tornano a Lui pentiti, si lasciò prendere dalla commozione: e cominciò a corrergli incontro. Raggiuntolo gli buttò le braccia al collo: e lo baciò pieno di GIOIA. Il figlio cominciò a dirgli mortificato quello che si era preparato: “Papà, ho peccato molto contro Dio e contro di te. Non sono più degno di essere tuo figlio: ti supplico almeno di assumermi …”. Ma il Padre non gli lasciò terminare la frase: perchè lo aveva già PERDONATO. E proprio come fa Dio quando i peccatori tornano a Lui, gridava ai servi pieno di GIOIA: “Presto! Fategli un bel bagno, profumatelo, mettetegli un magnifico anello al dito, scarpe nuove ai piedi: ed il vestito più bello addosso! Ed ammazzate subito il vitello più grasso che abbiamo: dobbiamo fare una grande festa! Perché mio figlio era morto, ed è resuscitato: l’avevo perso, ed ora l’ho ritrovato!”. Quelli obbedirono: cucinarono e diedero inizio alla festa.

Intanto il figlio più grande (quello che era sempre stato devoto al padre e per questo assomigliava ai farisèi) era ancora nei campi a lavorare: e non sapeva niente. Quando al tramonto stava tornando a casa, sentì la musica della festa. Allora chiese ad uno dei servi cos’era quella musica. E quello gli rispose: “È tornato tuo fratello! E’ cambiato: e tuo padre per festeggiarlo ha fatto ammazzare il vitello più grasso. E’ contento perchè è tornato sano e salvo!”. Ma il fratello più grande, invece di essere contento, si lasciò prendere dalla gelosia: e non voleva entrare in casa. Il Padre uscì fuori, supplicandolo di entrare. Ma quello gli diceva arrabbiato, parole simili a quelle che avrebbe detto un devoto fariseo lamentandosi del fatto che Dio PERDONAVA i peccatori: “Ecco, ti sembra giusto quello che stai facendo? Io ti ho servito tanti anni senza disobbedirti mai: e tu non mi hai mai dato nemmeno un agnellino per far festa con i miei amici. Mio fratello invece ora torna dopo aver dilapidato i suoi averi con le prostitute: e tu addirittura lo PERDONI, GIOISCI, fai festa e ammazzi per lui il vitello più grasso che abbiamo?”.

Ma il Padre gli rispose con le parole che Dio avrebbe rivolto ad un devoto farisèo, irritato perchè aveva PERDONATO i peccatori: “Figlio mio, tu sei con me sempre: e tutto quello che ho è tuo. Ma io non potevo non far festa e GIOIRE. Lo capisci che tuo fratello era morto: ed ora è resuscitato? L’avevo perso ed ora l’ho ritrovato? Se tuo fratello è cambiato, fai anche tu festa per lui. Prendi esempio da Me: impara a PERDONARE CON GIOIA- !”.

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Note: L’autore precisa che, anche se la lettura di queste bellenotizie aiuta a comprendere la prima parte della Messa (Liturgia della Parola), non potrà mai sostituire la seconda parte (Liturgia eucaristica), in cui ci viene data la possibilità di “abbracciare” veramente il Corpo di Cristo.