Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di venerdì 2 Novembre 2018 – Commemorazione dei Fedeli Defunti – Anno B, dai microfoni di Radio Vaticana e dalle pagine di Famiglia Cristiana.
LA VOLONTÀ DEL PADRE È VITA ETERNA
La commemorazione dei fedeli defunti non è un giorno triste e oscuro. Se lo fosse non lo si celebrerebbe assieme a Cristo, che è risorto. Questo è un giorno di luce, perché il dolore per i nostri cari defunti è illuminato.
È dolore, è giusto che lo sia, perché ogni fratello o sorella che abbiamo perso è una perdita inestimabile, perché ogni persona è unica e bella di una sua bellezza peculiare. E, se gli volevamo bene, ci manca da morire, e ci deve mancare, perché ogni persona è importante, e senza di lei o di lui niente più può essere lo stesso. Questo è un dolore da tener caro perché è il segno dell’affetto, queste sono lacrime da far scorrere spesso, anche dopo anni. Mi manca mio fratello, non potrà che mancarmi, perché niente lo può sostituire.
Ma per noi che abbiamo conosciuto Cristo questo dolore è al confine con una luce immensa, quella che dice interiormente che la vita è nelle mani di Dio e non si perde mai. Perché il suo amore di Padre non è un amore astratto ma concreto, la sua volontà non è una legge ma, dice Gesù nel Vangelo della liturgia: «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno… Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Ogni espressione della volontà di Dio risponde a questa verità. Ogni volta che Dio mi chiede di entrare nella sua volontà mi sta chiedendo di abbracciare qualcosa che mi porterà alla vita eterna, la sua volontà non è un codice da rispettare altrimenti si arrabbia, ma qualcosa per avere la sua vita, per avere l’eternità. Questo Padre non si vuole perdere un singolo figlio, e a Lui non gli scappa nessuno di mano.
CORSA VERSO LA VITA. Ma queste belle cose chi le può pensare? Chi le può credere? Chi ne ha fatto esperienza, e sa una cosa che è detta altrove nello stesso Vangelo di Giovanni: «Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.» (Gv 5,24)
Vale a dire: se io ho accolto Cristo e l’ho lasciato parlare, e ho iniziato a credere al Padre che lo ha mandato, la mia vita non è una corsa verso il nulla, ma verso la vita, e non vado verso un giudice ma verso il Signore che mi ha amato. Da quando sono nato sto correndo per arrivare un giorno a saltare tra le braccia del Padre. E tutto si illumina e ha una direzione, un traguardo che già conosco per esperienza.
Ogni volta infatti che mi sono abbandonato a Lui, non sono rimasto deluso, ma la mia vita è cresciuta, è diventata più profonda e bella. E mi sembrava invece di morire… allora so come sarà la morte.
Che problema abbiamo quindi? Non quello di sopportare stoicamente il dolore, e di riunirci per un doveroso atto di commemorazione umana dei defunti, ma quello di avere una relazione con Cristo in questo dolore, e di lasciare che questo giorno ci ricordi la volontà del Padre, che è vita eterna.
Qui tutti i commenti al Vangelo della domenica
di don Fabio Rosini
Link al video
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Gv 6, 37-40
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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