Commento al Vangelo di sabato 6 gennaio 2018 โ€“ ElleDiCi

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La Chiesa ha fallito nella sua missione universalista?

รˆ fatta perchรฉ tutti i popoli si sentano in essa come a casa loro. Ora, dopo ventun secoli di storia, la troviamo legata al mondo culturale dellโ€™uomo bianco. Ai popoli dellโ€™Asia e dellโ€™Africa, il cristianesimo appare come la religione del continente europeo (e delle estensioni europee nelle Americhe). Le minoranze cristiane asiatiche ed africane trasmettono la loro fede attraverso categorie mentali ed un apparato istituzionale che portano lo stampo dellโ€™Occidente.

A coloro che, di fronte ad un simile risultato, contestano alla Chiesa la sua aspirazione universalista, il cristiano deve essere in grado di rispondere con piena luciditร . Deve poter spiegare perchรฉ il progetto di cattolicitร  che anima la Chiesa non abbia dato apparentemente frutti maggiori.

รˆ necessario ribadire che lโ€™apertura universalista รจ uno dei caratteri essenziali del cristianesimo: tutte le nazioni sono chiamate ad entrare nel Regno inaugurato in Gesรน Cristo, e il dovere missionario รจ assolutamente primo nella Chiesa.

Cristo, luce delle nazioni

รˆ nella prospettiva del disegno universalista di Dio che Gesรน inaugura il Regno tanto atteso. Un Regno aperto a tutti. Gli interdetti cultuali sono aboliti: ciechi, zoppi, lebbrosi, sono invitati al banchetto. Gesรน frequenta i pubblicani ed i peccatori; รจ venuto per essi. Le nazioni stesse sono tutte convocate.

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Gesรน concentra il suo ministero sul popolo eletto, poichรฉ di questo popolo egli vorrebbe fare lo strumento missionario del Regno. Mentre il popolo eletto รจ continuamente tentato a considerare lโ€™elezione pienamente gratuita di Dio come un privilegio, Gesรน tenta di fargli capire che lโ€™elezione divina รจ innanzitutto fonte di responsabilitร .
Tuttavia, molto presto, non รจ piรน possibile avere dubbi: il popolo eletto non accetta di entrare nelle vedute di Dio. Questo rifiuto accentua in qualche modo la mira universalista di Gesรน. Preparato per gli eredi, il Regno sarร  loro tolto e dato alle nazioni. Gli episodi evangelici che riferiscono i contatti di Gesรน coi pagani sottolineano a che punto il Messia รจ colpito dalla loro fede e dalla loro accoglienza senza riserve della Buona Novella.

Mentre si afferma questa apertura universalista, si rivela nello stesso tempo con chiarezza la natura propria del Regno. Aperto a tutti i popoli, il Regno non รจ di questo mondo; รจ disceso fra gli uomini, ma sfugge totalmente al loro potere. Lโ€™accesso alla Famiglia del Padre deriva dalla gratuitร  totale di Dio. In una simile prospettiva, tutti i privilegi sono aboliti.

Di questo Regno universale, Gesรน รจ il perno. รˆ nella sua Persona che il Regno รจ costituito nella sua realtร  trascendente ed immanente insieme. Respinto dal suo popolo, Gesรน fa il dono della sua vita a vantaggio di tutti. Nella luce del mistero pasquale, il particolarismo giudaico รจ definitivamente superato.

La Chiesa dei Quattro-Venti

La prima generazione cristiana prende a poco a poco consapevolezza di ciรฒ che significa concretamente lโ€™abolizione dei privilegi giudaici. Ci vorrร  molto tempo perchรฉ la Gerusalemme terrestre ceda veramente il posto a quella celeste e perchรฉ i cristiani nati nel paganesimo ottengano pieno diritto di cittadinanza nella Chiesa della Pentecoste. รˆ progressivamente che si scorgono tutte le conseguenze dellโ€™universalismo del cristianesimo. Eppure era essenziale che avvenisse questa presa di coscienza. S. Paolo vi ha contribuito molto: secondo lui, la croce di Cristo รจ realmente la definitiva eliminazione dei muri di separazione fra i Giudei e le nazioni.

Sul piano dottrinale, avviene un approfondimento parallelo. In S. Paolo, bisogna aspettare le epistole della prigionia perchรฉ la Chiesa appaia pienamente svincolata dai suoi legami troppo terrestri con la Chiesa-madre di Gerusalemme e perchรฉ si presenti come quella che รจ salita con Cristo presso il Padre.

Lโ€™universalismo della Chiesa comporta una duplice esigenza. La Chiesa non si addiziona coi popoli della terra: individui, popoli e culture sono tutti chiamati ad occupare il loro posto nella Chiesa. Ma la Chiesa รจ una realtร  storica: per realizzare la sua missione, essa mutua costantemente dalle ยซricchezzeยป delle nazioni, e prende il volto concreto dei popoli in cui sโ€™incarna. Per tutti i mondi culturali, essa fa ciรฒ che Gesรน ha fatto per Israele: pone le sue radici nel dinamismo spirituale di questi mondi, ma lo fa in modo tale che la sua incarnazione sia essa stessa rivelatrice della sua trascendenza propria. Dappertutto dove la Chiesa si localizza, ha la missione di apparire in quel luogo come la Chiesa aperta a tutti.

Non bisogna illudersi. Un processo di degradazione minaccia la Chiesa in ogni sua conquista. I cristiani rischiano sempre di confondere la Chiesa universale col volto storico che ha assunto presso di essi. Ogni volta, lโ€™universalismo vero si trova in pericolo. Invece, lโ€™estensione spaziale della Chiesa e lโ€™accoglienza nellโ€™unitร  della Chiesa di una larghissima diversitร  costituiscono la garanzia di un universalismo autentico.

La convocazione universale alla salvezza

Lโ€™universalismo della Chiesa sbocca necessariamente nella missione. Alle origini della Chiesa, la presa di coscienza della necessitร  e dellโ€™urgenza della missione ha seguito passo per passo la percezione delle condizioni del vero universalismo. Allโ€™inizio, sono gli avvenimenti che provocano lโ€™ยซuscitaยป da Gerusalemme; ma, quando sarร  fondata la Chiesa di Antiochia, รจ la stessa comunitร  radunata a mandare in missione Barnaba e Paolo. A partire da quel momento, la missione sorge come unโ€™esigenza interna.

La Chiesa รจ essenzialmente missionaria perchรฉ la relazione col mondo non cristiano รจ costitutiva del suo essere. Essa ha lโ€™incarico di stabilirsi dovunque sia necessario affinchรฉ la convocazione divina alla salvezza in Gesรน Cristo raggiunga effettivamente tutti gli uomini, qualunque sia la loro identitร  spirituale o socio-culturale. Per questo fine, essa si dร  continuamente un volto nuovo, inventa continuamente nuovi modi di aggiornamento, attingendo nel tesoro della sua tradizione viva e stando in ascolto della grazia che รจ in atto nel mondo non cristiano e che deve logicamente fruttificare nella Chiesa.

Non tutti i membri del Corpo di Cristo hanno lo stesso ruolo da compiere nellโ€™opera missionaria che riguarda tutti. Certuni sono chiamati a compiere un ruolo che si puรฒ considerare come missionario in senso stretto, perchรฉ la situazione che occupano, oppure dove sono stati mandati, li invita a portare nel loro cuore e nella loro carne una vera appartenenza alla Chiesa. Attraverso questa via difficile della duplice appartenenza, il mistero di Cristo si trasmette attivamente al popolo da evangelizzare. Anche se non tutti sono missionari in senso stretto, la funzione missionaria della Chiesa deve essere, per tutti, il principio regolatore dei loro comportamenti quotidiani. Nella Chiesa, la funzione missionaria non รจ una funzione accanto ad altre: รจ la chiave di volta di tutto lโ€™organismo.
La storia della Chiesa ci manifesta ampiamente che, ogni volta che il mondo noto dei cristiani si รจ allargato od un ordine nuovo si รจ sostituito ad uno antico, sono sorti degli uomini per prendere a loro carico il dovere missionario che si imponeva. Perรฒ, affinchรฉ potessero riuscire nella loro impresa, sarebbe stato necessario, ogni volta, che il corpo dei cristiani entrasse nel loro solcoโ€ฆ

Un compito missionario nuovo si presenta ad ogni generazione cristiana. Quello che si offre oggi รจ difficile, perchรฉ i mondi culturali si trovano impegnati in un raffronto inevitabile. Ed รจ proprio in questo che bisogna rivelare che Gesรน Cristo ha demolito con la sua croce (che รจ pure quella della Chiesa) tutti i muri di separazione fra gli uomini. In questa prospettiva, i missionari di domani non dovranno essere innanzitutto i servi dellโ€™intercomunione a servizio di unโ€™unica missione universale?

Lโ€™Eucaristia, mistero di cattolicitร 

Lโ€™ambizione di ogni celebrazione dellโ€™Eucaristia รจ unโ€™ambizione di universalismo. Lโ€™equazione fra lโ€™Eucaristia e la Chiesa appartiene ad una tradizione costante. Celebrare in qualche parte lโ€™Eucaristia significa far nascere la Chiesa, consolidare il mistero della convocazione universale alla salvezza in Gesรน Cristo. Tutti coloro che si trovano nel campo di questa convocazione sono invitati al banchetto, qualunque sia la loro diversitร , qualunque cosa li possa separare. In breve, รจ lo stesso progetto di cattolicitร  della Chiesa che prende consistenza nella celebrazione eucaristica.

รˆ importante che questo dinamismo ยซcattolicoยป dellโ€™Eucaristia si verifichi nello stile delle celebrazioni, e piรน largamente, in tutto lโ€™organismo delle istituzioni ecclesiali. Troppi raduni eucaristici portano esclusivamente il segno sociologico di coloro che vi partecipano. Aperti in teoria a tutti, non sono poi cosรฌ di fatto: gli ยซabituatiยป vi si sentono a casa loro, ma gli altri hanno lโ€™impressione di essere degli estranei. La storia spiega perchรฉ le nostre celebrazioni eucaristiche sono in generale cosรฌ poco lโ€™espressione della cattolicitร  della Chiesa. Ma, oggi, si tratta dellโ€™avvenire della missione: occorre che il segno distintivo dellโ€™Eucaristia, cioรจ la sua cattolicitร , appaia in tutta la sua ampiezza. Quando i cristiani si radunano per partecipare insieme alla Parola ed al Pane, bisogna che sappiano che la comunione offerta loro include lโ€™insieme dellโ€™umanitร .

 Fonte

Tratto da โ€œOmelie per un anno 1 e 2 โ€“ Anno Aโ€ โ€“ a cura di M. Gobbin โ€“ LDC

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Epifania โ€“ Anno B

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Mc 2, 1-12
Dal Vangelo secondo Marco

1Nato Gesรน a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: ยซDovโ€™รจ colui che รจ nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarloยป. 3Allโ€™udire questo, il re Erode restรฒ turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: ยซA Betlemme di Giudea, perchรฉ cosรฌ รจ scritto per mezzo del profeta: 6E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero lโ€™ultima delle cittร  principali di Giuda: da te infatti uscirร  un capo che sarร  il pastore del mio popolo, Israeleยป. 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviรฒ a Betlemme dicendo: ยซAndate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando lโ€™avrete trovato, fatemelo sapere, perchรฉ anchโ€™io venga ad adorarloยป. 9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finchรฉ giunse e si fermรฒ sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per unโ€™altra strada fecero ritorno al loro paese.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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