Commento al Vangelo di martedì 1 Gennaio 2019 – mons. Giuseppe Mani

All’inizio dell’anno la chiesa , con la festa di Maria Madre di Dio , ci riporta al cuore della nostra fede cristiana. Tanta è la fede e la devozione dei cristiani nei confronti di Maria e a questa devozione si associa addirittura l’Islam, che venera la Purissima madre del profeta Gesù Cristo, ma se chiediamo qual’ è la ragione di tutta questa devozione per niente ostacolata, anzi sostenuta dalla chiesa fino a farsi obiettare dai protestanti che i cattolici sono più mariani che cristiani, sono pochi quelli che sanno veramente esprimere la ragione anche se personalmente ciascuno ha le sue ragioni per sostenere la propria devozione.

Eppure, soprattutto in questi tempi in cui abbiamo continui contatti con fratelli di altre religioni soprattutto con i Musulmani e gli ebrei è particolarmente ricordare che al di la di tutto quello che ci unisce a loro: lo stesso Dio, la stessa fede, la stessa figliolanza di Abramo, precisare che ci separa un fatto particolare ; noi crediamo che Dio è diventato uomo per cui la persona più importante per la nostra fede è la donna che lo ha partorito.

Questa è la ragione di tutta l’importanza di Maria. Essa è la vera Madre di Dio, incredibile ma vero: una donna ha partorito Dio. Siccome Dio si è fatto uomo davvero ed ha voluto fare tutta la trafila per diventarlo: il concepimento, la presenza di nove mesi allo stato fetale, la nascita, l’infanzia, la giovinezza e finalmente l’età adulta, la mamma ha avuto un ruolo fondamentale non solo nella nascita ma anche nell’educazione di suo figlio. Sicuramente anche somaticamente Gli sarà assomigliato oltre che nel carattere, nei modi e nello stile di vita che avrà appreso a Nazareth.

Sicuramente anche Gesù, come tutti, qualche volta avrà detto: questo me lo ha insegnato mia madre. Così Gesù era veramente Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo. E questa donna ha avuto l’avventura di sentirsi chiamare “Mamma” da Dio in persona. Quando Dio è venuta tra noi si è fatto uomo, il che vuol dire che non si è fatto tutti gli uomini, ma quell’uomo là, quell’individuo ben preciso. Questo fa pensare all’elezione di Israele. “Tutti i popoli della terra sono miei ma io ho scelto te per essere mio popolo particolare”.

Questa particolarità di Israele prelude zalla particolarità di tutti i popoli, della stesso Gesù che è là per ricapitolare tutta l’umanità e anche tutto l’universo. Come Dio è il centro che tutto irradia e in cui tutto viene a concentrarsi, ugualmente Gesù è questo punto focale da cui tutto parte e a cui tutto torna. Egli riempie l’universo. Soltanto con Lui non siamo nel vago di un universale astratto, di una umanità senza volto. Abbiamo un volto davanti agli occhi, una bocca, un nome, delle orecchie, delle parole che dicono la Parola. E la mia fede deve rappresentarsi bene questo volto che assomiglia a quello di Maria, le sue parole hanno la risonanza e intonazione di quelle di Maria.

Il mimetismo di un fanciullo. Ma il nome viene da Dio. Un nome al di sopra di ogni altro nome. Maria Madre di Dio. Il Concilio di Efeso ha impostato la formula “Maria, Madre di Dio” ma voleva sopratutto parlarci di Cristo, dirci qualcosa di Lui. Nel concreto della vita cosa significa essere madre di Dio? E’ tutto il Vangelo che ce lo dice: Vuol dire farsi luogo di passaggio attraverso il quale Dio va all’uomo., quindi spossessarsi del figlio perché sia di tutti e soprattutto “mantenere tutti questi eventi nel suo cuore” perché questi avvenimenti sono suoi.

Più essa dona suo Figlio. più lo riceve dal Padre, più lo riceve come Dio. Conclusione? Tra le altre questa: Dio si incontra nella particolarità degli uomini concreti, nei volti viventi, nelle parole udibili, perché il Cristo è tutto in tutti.

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