Commento al Vangelo di domenica 9 Maggio 2021 – mons. Giuseppe Mani

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Amici di Cristo

 

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Siamo arrivati al vertice della rivelazione di Dio. Dio ci mostra il suo più profondo desiderio nei riguardi dell’uomo: essere suo amico. I primi cenni di questa amicizia ce li ha manifestati sul Sinai, quando ci ha offerto la carta dell’amicizia con Lui. E’ cominciata poi la lunga storia di questa amicizia descritta dal libro della Bibbia. Dio rincorre l’uomo, ne fa un popolo e vive dei momenti di amicizia vera e sincera. Poi le crisi, tante crisi, ma anche tanti recuperi. Doni, minacce, promesse, abbandoni e momenti di intimità. È la storia di questa amicizia che, nella vigilia della Sua Passione, Cristo rivela in pieno: “ Voi siete i miei amici”. Ecco svelato il segreto di tutto.

L’innamorato dell’uomo è Lui: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. E quante volte ha rinnovato questa scelta nei nostri riguardi. Quanti abbandoni da parte nostra e quanti ritorni, quante feste del ritorno e quanta gioia del perdono.

Ma è tutto vero? Posso dire di essere amico di Dio? Non sono un fanatico o un illuso? Dinanzi a chi nega l’esistenza stessa di Dio, chi mi assicura questa verità, che è davvero capace di sconvolgere la mia vita, la tua vita?

Fermati e ascolta: Dio ti chiama continuamente. Non desidera altro che la tua attenzione alla sua chiamata e l’adesione alla sua proposta.

Fermati, ascolta il silenzio, che è l’abitazione di Dio, rimani solo e dalla tua solitudine apparirà, si farà sentire e la tua vita cambierà. Rimani solo, fermati. Una grande amica di Dio, che a ventiquattro anni aveva già sperimentato l’idillio di questa amicizia e di questo amore, Teresa di Lisieux, ci dà la prima indicazione: “Aux amantes il faut la solitude”. Gli innamorati cercano la solitudine. Per scoprire un’amicizia vera è necessario stare con l’amico e perché cresca è richiesto tempo per stare insieme.

Nella fede abbiamo la certezza di essere abitati da Cristo. Domenica scorsa abbiamo detto che “abita per la fede nei nostri cuori” e che vive nell’intimità più profonda del nostro essere. La sostanza della nostra fede è proprio questa: Gesù è vivo, è Presente per essere nostro amico. Fermarci alla prima affermazione, che è vivo o anche alla seconda, che è presente, e non arrivare a sperimentare la sua amicizia è confondere la nostra fede con una dottrina o l’adesione ad una ideologia. Mentre la nostra fede è il rapporto con una persona viva. Essere cristiano vuol dire soltanto essere amico di Gesù Cristo e dipendere completamente da questa amicizia.

La legge del cristiano è il dialogo continuo con Lui; è lo Spirito Santo. E’ una illusione pensare alla legge dei cristiani come ad un codice da obbedire. È semplicemente il dialogo con Cristo, presente in noi, che ci dice volta per volta cosa dobbiamo fare. Il santuario interiore in cui vive e parla si chiama coscienza , “infatti ciò che non viene dalla coscienza è peccato” (Rom 14,23).

E’ attraverso la coscienza che Dio compie le sue grandi opere attraverso gli uomini. Dio manda avanti la storia servendosi dei suoi amici. A loro suggerisce le grandi opere da compiere con mezzi del tutto insufficienti per dimostrare, ovviamente, la sua misteriosa presenza e il suo onnipotente intervento.

E’ attraverso i santi che Dio manda avanti il mondo, conducendolo alla perfezione del piano della creazione. Santi che hanno fatto opere grandiose, che hanno lasciato segni tangibili nella storia, basti pensare a Benedetto da Norcia, a Francesco d’Assisi, a Dante Alighieri, a Ignazio di Loyola, a Don Bosco, a persone umanamente più modeste, ma che hanno tessuto una società migliore contribuendo a far migliori gli uomini.

E’ chiaro che Dio vuol continuare la creazione del mondo servendosi di amici con i quali intende mantenere un contatto diretto. Lavorare senza Dio o indipendentemente da Lui è lavorare invano.

Fermati allora e ascolta Colui che ti abita e che attraverso di te vuol fare grandi cose. Non avere paura: è un amico.

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