Il commento al Vangelo di domenica 9 agosto 2015 a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
IN CAMMINO
[ads2]Gesù continua il discorso del pane di vita, ma è difficile da comprendere. Non dobbiamo biasimare troppo i giudei, il Maestro usa parole molto forti. Dice di essere il pane disceso dal cielo sconcertando chi lo conosceva come il figlio di Giuseppe, ma non cerca di ammorbidire la sua posizione, né di proporla con termini diversi. Questo atteggiamento di Gesù è necessario per spingere i suoi ascoltatori, noi compresi, ad inoltrarsi in un territorio nuovo che non ha niente a che fare con le convinzioni abituali. L’accostamento con Elia che la liturgia ci propone è molto azzeccato. Il profeta stava scappando dalla regina Gezabele che volva la sua testa, inoltre era convinto di essere l’ultimo superstite della religione dei suoi padri, perché vedeva intorno a lui una corruzione generale. Al colmo del suo scoraggiamento si inoltra nel deserto senza cibo né acqua e chiede di morire, cosa che sarebbe certamente successa in quelle condizioni. Inaspettatamente un angelo lo sveglia e gli dà da mangiare e da bere per ben due volte prima di smuoverlo. Solo allora Elia affronta un viaggio proibitivo di quaranta giorni e altrettante notti di cammino per arrivare all’Oreb, il monte di Mosè. Il Padre attira il profeta nel luogo che rappresenta il cuore della religione e lì lo conferma e gli rivela che non è affatto solo come credeva di essere. Elia ha compiuto un cammino non solo fisico: ha una nuova motivazione che cancella tutte le sue precedenti pretese comprensioni. Noi siamo spesso come lui, pretendiamo di sapere che cosa sia giusto, giudicando le cose solo dal nostro limitato punto di vista. Dobbiamo anche noi fare un cammino di conversione per uscire dalle nostre false certezze consegnandoci fiduciosamente a Dio. È un percorso proibitivo, ma lo possiamo affrontare, perché anche noi siamo nutriti dal pane che viene al cielo. Gesù lo dice chiaramente: tutti saranno istruiti da Dio. Quello che dobbiamo fare noi è solo la scelta giusta, cioè il renderci disponibili ad ascoltare senza pretendere di giudicare. Nel fare la comunione chiediamo: apri il mio cuore, attirami a te, vinci la mia poca fede, ho fiducia in te.
XIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- 1 Re 19, 4-8; Sal.33; Ef 4, 30 – 5, 2; Gv 6, 41-51.
Gv 6, 41-51
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.